MERITOCRAZIA

Vede, signorina, effettivamente lei ha un curriculum di tutto rispetto.
Vorrei avere questo genere di curriculum tutti i giorni. Anche la foto che ha allegato è perfetta per rappresentarla.
Sa, la nostra azienda, essendo leader nel suo settore, ha necessità di assumere persone specializzate come lei che non solo ha fatto master in America e quindi conosce perfettamente l’inglese ma con quel 110 e lode in economia lei si vede spalancare le porte del mondo del lavoro. E’ un onore che lei abbia fatto domanda presso di noi che stiamo cercando proprio questo genere di personale, preparato e perché no, anche certamente affascinante, perché lo sa vero che lei è una bella donna? Ho notato le sue gambe appena è entrata nel mio ufficio. Anche se fasciata in un abitino così casto e con una giacca decisamente professionale, le curve che madre natura le ha donato non si possono nascondere a lungo. E poi quel modo di accavallare le gambe è straordinariamente sexy: solo per un attimo ho potuto notare che porta le autoreggenti, poi ha subito coperto la coscia con un gesto veloce e preciso della mano. No, non creda che sia una avances sessuale, stia tranquilla, si figuri se alla mia età penso ancora a certe cose. Vede, mi mancano solo 5 anni prima di andarmene in pensione. Una con il suo fisico e le sue capacità ci metterebbe 3 mesi per sedere sulla mia poltrona. Sono vecchio ma non stupido.
Quel posto va assegnato ad una candidata priva di fantasia, mediocre e soprattutto inoffensiva per il mio posto di lavoro. Si scordi un’assunzione presso di noi finquando ci sarò io al personale e se posso permettermi un consiglio, la prossima volta che si presenta per un posto di lavoro finga di essere una cretina. Quelle non spaventano nessuno.

CONFESSIONE

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I SETTE SACRAMENTI

CONFESSIONE

Il sabato pomeriggio eravamo tutti in chiesa inginocchiati con le mani giunte e terrorizzati per quello che avremmo dovuto raccontare Io ripetevo mentalmente l’atto di dolore, pensa che figura se me ne fossi dimenticata un pezzo.
Ma peccati può avere una bambina di pochi anni? Che offese può aver arrecato a Dio? Che razza di abomini può aver compiuto da far piangere copiose lacrime alla Madonna? Non ho ubbidito ai miei genitori e ho litigato coi miei fratelli. Ok, ma mica posso dirgli solo questo? Che figura ci faccio? Devo pensare. Qualche altro peccato devo pur averlo fatto. Vicino a me si sedette Vanni che aveva avuto la fortuna di essere il primo ad andarsi a confessare. Sottovoce gli chiesi che peccati avesse confessato per trarne spunto ed arricchire la collezione dei miei, ma i peccati dei maschi mal si addicevano ad una femmina: io mica potevo dire al padre confessore che avevo fatto a pugni con Luigi dopo la partita a calcio perché mi aveva strattonato la maglietta e mi aveva fatto lo sgambetto durante l’azione. Dai sforzati, mi dicevo ma per quanto ci pensassi non ne trovai.
Fu allora che mi ricordai dei 10 comandamenti. Ne avrò pur infranto qualcuno, quelli sono peccati grossi, la signorina diceva che erano peccati mortali, quelli che ti mandano all’inferno direttamente senza neppure passare dal purgatorio e se ne avessi commesso anche uno solo sai che bella figura che ci avrei fatto?
Le bestemmie le avevo sentite certo dagli adulti ma non ne avevo mai detta una, la mamma diceva brutte cose di quelli che le pronunciavano, a messa ci andavo tutte le domeniche anche quando non ne avevo voglia come nelle giornate fredde e nebbiose di un inverno che non finiva mai, ecco forse sul quarto avevo dei dubbi: cosa significasse onorare il padre e la madre mi era rimasto oscuro, era una parola troppo difficile che mal si accostava ai miei genitori dunque decisi che non potevo averlo commesso, di uccidere non se ne parlava neppure se si escludevano le zanzare d’estate ma, si sa, quelle non contavano e quelle cose sporche che facevano le bambine poco serie , quelle grandi che si mettevano i collant e facevano le risatine quando vedevano i maschi io di certo non le avrei mai fatte perchè mi facevano schifo anche se non sapevo neanche cosa fossero. Di rubare non ne avrei mai avuto il coraggio e sinceramente avevo tutto quello che una bambina può desiderare anche la Barbi con gli accessori, ecco si qualche bugia potevo anche averla detta ma roba piccola non degna certo di menzione ad un prete sconosciuto e il nono e il decimo dei comandamenti mi ero convinta che non fossero rivolte alle bambine perché come si può desiderare una donna mi chiedevo nella più innocente incoscienza? Mi rimanevano i peccati veniali, ma visto che valevano meno che senso avrebbe avuto raccontarglieli? Gli avrei solo fatto perdere tempo.
Così, quando venne il mio turno gli dissi: ho solo 2 peccati da raccontarle, ma se mi lascia crescere farò in modo di arricchire la lista. Mi fece dire 3 ave ed un pater davanti all’altare della Madonna e mi sembrò di sentirlo ridere dietro la grata.

ELETTRAUTO

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-Mi spieghi perché la batteria che mi hai montato ieri e che io ti ho pagato subito alla consegna del mezzo, non parte più?-
-Avrai lasciato accesa l’autoradio, voi donne non ci pensate mai che anche quella consuma la batteria-
-Si da il caso che lo spegnimento e l’accensione dell’autoradio montata sulla mia macchina avvenga nel momento stesso in cui sfili o infili le chiavi del cruscotto per metterla in moto o per spegnerla.
Avrai lasciato acceso i fari.-
-Se non lo sai questa è una macchina svedese per cui quando dimentichi di spegnere i fari parte un allarme che potrebbe attivare il codice rosso delle guardie notturne: impossibile non accorgersi della svista.-
Solo a questo punto ripone quel sorriso demenziale che si stampa in faccia quando vede entrare una donna in officina ed inizia a prendermi sul serio, anche perché la mia faccia non promette niente di buono.
-Va bene, ci darò un’occhiata.-
-No, tu quell’occhiata ce la dai adesso, subito, perché non ho nessuna intenzione di restare appiedata per 3 giorni mentre finisci l’impianto stereo, provvisto di 4 altoparlanti, di quella bmw, manco dovesse andare in giro con il megafono sopra il tetto dell’auto per reclamizzare la festa dei DS con crescentine, tigelle e piadine nel padiglione est il suo proprietario.-
-Non c’è bisogno di incazzarsi.-
-Si che ce n’è bisogno perché sono stanca di vedere quei sorrisi beoti sulla faccia dei tecnici meccanici quando una donna ha un problema. Sembra quasi che vi sentiate autorizzati a prenderla per il culo solo presupponendo la sua incapacità di capite il funzionamento dell’albero a camme. E adesso sbrigati prima che faccia saltare questo posto che sa di morcia e di calendari con donne nude e pelose. Che sia chiaro che so aggiungere l’olio, cambiare una gomma, gonfiare i pneumatici e all’occorrenza so anche aggiungere il fusibile che ho staccato che mi segnalava con un bip fastidioso che non avevo le cinture di sicurezza allacciate. Conosco l’usura dei copertoni e l’importanza del radiatore nel sistema di raffreddamento e ho definitivamente perso la pazienza con tutti quelli come te che pur di pararsi il culo perché lavorano coi piedi incolpano le donne anche per i loro errori. E ti dirò di più, se non me l’aggiusto da sola è solo perché ci sono giorni che non ho voglia di fare un cazzo!

DISTACCHI

Lui non lascia. Mai.
Lui ti porta all’esasperazione ma non sa troncare i rapporti. E perché dovrebbe? Quando la storia sta finendo chi glielo fa fare di prenderti per mano di farti sedere sul sofà e cercare di spiegarti il motivo dell’abbandono? Nessuno. Infatti non succede. Nella maggior parte dei casi ti esaspera al punto che sei tu, donna emaciata da un amore divoratore, fragile pulzella aggrappata anche ad un movimento di sopracciglio, esasperata dalle sue uscite notturne e dalle sue scomparse settimanali, che trovi il coraggio di chiudergli la porta in faccia cercando di centrargli il naso. Io che ti ho amato credendoti un un pilota d’aerei e solo dopo un mese ho scoperto che guidavi il furgone della Galbani, io che ti ho amato credendoti un medico e non solo non eri ostetrico ma neanche avevi finito il corso in croce blu. Io che ti credevo regista televisivo e invece prepari le recite di Natale all’asilo delle suore di Viale Rossini. Ma sono andata oltre perché eri tu l’uomo che avevo scelto e non mi importava se tornavi puzzolente di caglio o di disinfettante o di pipì di bambini, che sarà anche santa, ma puzza come quella dei grandi. E mentre parlo, hai quello sguardo tra lo stupito, ma anche stupido, e l’ironico e non realizzi ancora come mai ti sei potuta stancare di uno che mi metteva l’ascella sotto il naso chiedendomi se puzzava al punto di doversi fare una doccia, o non si capacita della smorfia di disgusto che ti assaliva quando si toglieva le scarpe dopo la partita a calcetto settimanale. Perché sono i piccoli gesti conditi con la quotidianità della confidenza che tarlano quell’amore che credevi immutabile. E allora prendiamo il coraggio a due mani e poniamo l’ultimatum. Primo errore. Non sfidare mai gli uomini sul loro terreno: lo conoscono troppo bene per perdere. Noi continuamo a parlare a rinfacciare, a urlare ” e poi c’è stata quella volta” ” …per non parlare di quel giorno…” E quando siamo lì lì per sfoderare il gran finale di strilli e di j’accuse, testarde e ostinate ci avventuriamo verso il secondo definitivo errore indicando loro la porta di casa che aprono uscendo per sempre dalla nostra vita mentre l’ultima rivendicazione ci muore in gola. E rimaniamo lì ,sul divano, a sbrodolarci di lacrime e latte con le Macine del mulino bianco.

RIPASSI

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Rivederti, dopo tanto tempo e ricominciare a parlare come che ci fossimo salutati il giorno prima. E parlare di economia, di aziende che scoppiano, della tua auto che non vuole ripartire e di banche che chiudono gli occhi: parlare sempre di altro perché sarebbe difficile parlare di noi e dei tuoi occhi tristi come allora che non aspettano altro che un mio sorriso per tornare sereni.” Avevo voglia di vederti” “ Anche io”. Il tuo caffè d’orzo in un bar deserto addobbato per Natale ed un barista discreto che scompare quando sente che le parole si fanno più personali, intime, segrete. Rigiochiamo alle nuvole di di freddo che si scontrano? Andiamo in libreria a cercare gli ultimi regali di Natale? Andiamo si in libreria, ma per rileggere quel primo appuntamento tra gli scaffali di letteratura e teatro e tra un “ce l’ho” e un “mi manca mi manca” “ce l’ho” usciamo con due sporte piene di suggestioni, agitazioni, tenerezze, affetti e compassioni che ci lanciamo per strada allargando le mani per afferrare anche uno solo di quei sentimenti che rimangono imprigionate nelle copertine. “ Ma è il tuo di telefono che squilla? “ “ No, impossibile sarà il tuo” “ Ma il mio l’ho spento appena ti ho visto. “ “ Allora sarà il cellulare di quel signore vestito di rosso con la barba bianca, è vecchio e sordo e non lo sente” “ Prendimi la mano e falle accarezzare il tuo viso, falle sentire il tuo naso freddo e quelle labbra morbide che ho paura a sfiorare con le mie”. Il tempo adesso è fermo, senza rumore, adesso sono solo gli occhi che continuano a ridere mentre la bocca è immobile. E’ stata solo una crepa in una notte di dicembre.
Giro su me stessa e mi incammino facendo nuvole di fiato che stavolta si perdono nel buio.

CHIAREZZA

Ha portato la video cassetta che voleva vedere e non avendo lei un videoregistratore , non rimaneva altro da fare che invitarla a casa mia. Riconosco che la sfuggo come la peste e questo non va bene. Ma ci sono cose che fatico ad affrontare come la resurrezione dei morti. No, non la resurrezione di Cristo, alla quale credo come ogni brava cristiana, è la resurrezione di un ugandese della chiesa evangelica avvenuta nel 2001 in un villaggio africano quella a cui non credo. E per la prima volta ho il coraggio di dirglielo in faccia e che la piantasse di invitarmi a quelle messe di guarigione di pseudo-santoni che ti fanno cadere in trance alla sola imposizione delle mani e che la finisca una volta per tutte di invitarmi a pregare in luoghi inquietanti dove donne isteriche pregano un Dio in lingue sconosciute e uomini impavidi lo lodano chiedendo che l’elettricista faccia loro un buon preventivo di spesa per la messa a norma dell’impianto elettrico della casa.
Ho letto la delusione nei suoi occhi per la mia mancata conversione ad una fede che ha bisogno di segni per vivere e uscendo mi ha tranquillizzato dicendomi che continuerà a pregare per me.
Chiudendo la porta Dio mi ha sorriso e mi ha chiesto un bicchierino di anisette.

TURCHE

Certo per gli uomini è facile. Basta che si mettano a favore del vento, lo tirino fuori e la fanno ovunque. In autostrada li vedi fermi nella corsia di emergenza , in piedi vicino alla macchina e poi, passando, noti un getto da fontanella che si perde nella campagna. Per le donne i problemi sono multipli: quando ci scappa non possiamo fermarci sul ciglio dellla strada, come minimo dobbiamo imboscarci nel primo cespuglio che vediamo. E anche la scrollatina che possiamo darci in mancanza di carta igienica non sortisce gli stessi effetti di quella che si danno gli uomini: ci rimane un senso di bagnato molto fastidioso.
Ma il vero problema sono i bagni dei locali pubblici.
Ci va già bene se sono due locali diversi, uno per le donne, uno per gli uomini. Ma nella maggior parte dei casi e soprattutto nei centri storici, i bar hanno un unico sgabuzzino che serve per tutti i sessi e di grazia se ti danno le chiavi del cesso; dopo una attenta analisi di come sei vestita, di come parli e una spietata analisi che comprende se ci si può fidare, puoi accedere a quel vano maleodorante che chiamano toilette. Nell’istante stesso in cui chiudi la porta inizi la valutazione di come fare la pipì. Non potendo appoggiare le coscie sul bordo del water pieno di gocce di pipì di altre donne, o rivesti il bordo di carta igienica, sempre che ci sia, o inizi l’equilibrismo di tenerti i pantaloni sollevati dal pavimento mentre li abbassi e afferri la parte dietro per non pisciarti dentro i calzoni, poi cerchi il punto esatto, il centro del buco, rimanendo in bilico mentre magari ti cade il cellulare dalla tasca del giubbotto che non ti sei potuta togliere visto l’angusto spazio che ti è stato assegnato per assolvere funzioni corporali indispensabili alla sopravvivenza.
Dicono che il water sia stata una grande invenzione, ma se posso permettermi, io preferisco la vecchia turca delle osterie di campagna dove devi solo essere svelta quando tiri lo sciacquone a spostare i piedi per non bagnarteli e riesci sempre a centrare il buco senza altri equilibrismi.

DIMENTICANZE

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La dannazione mia è avere cicli notturni sfalsati
E adesso vago per casa, ti scrivo,mi arrabbio con me per aver mancato un appuntamento, bevo, mi rinfresco in questa sera che ci ha regalato una tregua dall’afa.
Le gocce erano grosse, come lacrime di bimbe e come si arresta il piango infantile si è arrestato anche il temporale che mi ha svegliata. ( Confesso: temo i temporali, ma gradirei rimanesse un segreto, un piccolo segreto tra bimbe, di quelli che si fanno con giuramento solenne, ti cascasse la lingua se lo divulghi)
Nello spettacolo teatrale, un improbabile Shakespeare,c’erano fate dai lievi vestiti che come lucciole si perdevano nel bosco.
Ora ti domando: Io, che non sono una fata, posso perdermi ugualmente? Ti è mai capitato, in una città straniera, di voler caparbiamente perderti nelle viuzze lasciando la cartina da turista, per finire in luoghi dove il tuo viso scompare nei visi di altre 20 persone che non vedono in te niente altro che un essere umano, non un turista, non un curioso, ma una persona che passa in quella via, in quel momento, e fermarti in una vinaria in cui si parla una lingua sconosciuta, ma ordinare vino rosso e berlo adagio sperando che la tua mente rinsavisca e di te non rimanga altra traccia che una vecchia foto teletrasmessa a “Chi l’ha vista?”?

MAMMA

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– MAMMAAAAAAA SI, HAI FATTO PROPRIO BENE A CHIAMARMI…. SI UN BELL’ALBERGO IL LETTO E’ MOLTO COMODO SAI, PIU’ COMODO DEL MIO A CASA, OH SI SI SONO TUTTI GENTILI QUI…. VEDESSI POI IL CAMERIERE… HA LA MATEMATICA NELLA TESTA 14,85,32,64…. CONOSCE TUTTI I NUMERI….. MA SI CAPISCE ANCHE CLEMENTE….SI, MI FA PROPRIO PIACERE SE LA ZIA MERCEDES SI E’ DIVERTITA AL NOSTRO MATRIMONIO…. SI L’HO VISTA COME PIANGEVA FORTE…. SI SI PENSO CHE COSI’ FORTE ABBIA PIANTO SOLO AL MIO ANZI ADESSO CHE CI PENSO NEANCHE QUANDO E’ MORTO LO ZIO PIERO HA PIANTO COSI’…. AH SI E’ PROPRIO UNA BELLA SODDISFAZIONE… SI SI CAPISCE CHE HO VISTO COME PIANGEVA ANCHE MIA CUGINA AFRA….SEMBRAVA LA SIRENA DEI POMPIERI… NO NO, NO MAMMA…. LEI PIANGEVA DALLA RABBIA PERCHE’ MI SONO SPOSATA PRIMA DI LEI….OH SI, PROPRIO UN BEL MATRIMONIO….MA DAI MAMMA….. MA COSA VUOI CHE ABBIA FATTO? SIAMO APPENA ARRIVATI…. CERTO CHE MI HA PRESO IN BRACCIO, ALTRIMENTI NON ENTRAVO….ASCOLTA MAMMA, MA SECONDO TE CHE CAMICIA DA NOTTE MI POSSO METTERE? NE HO PORTATE 2 MA NOOO MAMMA NON HO FREDDO… MI SONO PORTATA ANCHE QUELLO DI LANA… SI, SI CAPISCE, UNA E’ QUELLA CHE MI HAI REGALATO TU L’ALTRA E’ QUELLA CHE MI HA REGALATO LA DELIA COME CHE DELIA ? QUANTE DELIA CONOSCI TU? ECCO SI LA DELIA DI BERTOLI, LA CONFINANTE…… MAMMA NON PARLARE COSI’ DELLA DELIA… SAI CHE E’ SEMPRE STATA GENEROSA BEH NON VUOL DIRE CHE SE LEI E’ UNA ARPIA I SUOI REGALI MI FANNO DIVENTARE COME LEI…. VA BENE SI MAMMA…. MA NOOOOO POSSIAMO STARE AL TELEFONO FIN CHE VUOI….. ASCOLTA MAMMA MA IL VOV CHE MI HAI MESSO IN VALIGIA GLIELO FACCIO BERE PRIMA O DOPO? COME TRA LA PRIMA E LA SECONDA? COME DUE? MA MAMMA QUESTO NON ME LO AVEVI MAI DETTO? MA SEI SICURA CHE SI POSSA? MA SI CAPISCE CHE CLEMENTE CI RIESCE, RIESCE SEMPRE A FARE TUTTO CLEMENTE…. AH DICI CHE QUESTE COSE SERVE LA COLLABORAZIONE DI QUELLA COSA LA’ E CHE MAGARI QUELLA COSA LA’ DI CLEMENTE NON PARTECIPA COME DOVREBBE, INSOMMA SE CADE DA TUTTE LE PARTI E NON STA DRITTO.…. SI ALLORA SE NON PARTECIPA GIU’ DEL VOV…. EHM E ASCOLTA MAMMA… VOLEVO CHIEDERTI IL PRIMO PASSO CHI LO DEVE FARE? MA NO MAMMA SIAMO GIA’ IN ALBERGO…. DICEVO QUEL PASSO LA’… E I VERSI? MA COSA DICI MAMMA?!?!? MA NON MI DEVE MICA PICCHIARE….AHHHH HO CAPITO QUEI VERSI……MA E’ MEGLIO CHE STANOTTE ME NE STIA ZITTA O CHE URLI? MA SI… MENTRE CLEMENTE FA… INSOMMA MENTRE CLEMENTE….. E’ ALL’OPERA… MA NO MAMMA MICA ALL’OPERA A VERONA LA CI ANDIAMO D’ESTATE CON GLI AMICI DELLA MUSICA…..NO, PERCHE’ PERCHE’ LA NATALINA MI HA DETTO CHE AGLI UOMINI PIACE DI PIU’ SE UNA DONNA FA QUEGLI URLETTI…. SAI…. SI ECCO COME FACEVA QUELLA DEL PIANO DI SOPRA NELLA PENSIONCINA AL MARE…. AHHH ERA ASMA….….INSOMMA QUEGLI AHHH OHHHH UHHHHH…. SI … BRAVA… AH… TU DICI CHE SIA MEGLIO STARMENE ZITTA…. MUTA…. IMMOBILE…. VA BENE MAMMA, MENO MALE CHE MI HAI TELEFONATO CAPIRAI MICA POTEVO CHIEDERLA AL CAMERIERE….ALLORA IO IMMOBILE ZITTA E MUTA…. MA LO POSSO TOCCARE? SI SI CAPITO…. SOLO IL MINIMO INDISPENSABILE…..MA SCUSA MAMMA COS’E’ IL MINIMO INDISPENSABILE?…. AH…. SI… OHHH…. INSOMMA L’ORECCHIO VA BENE , NO HO CAPITO NON TOCCARLO SOPRA IL GINOCCHIO, MA SCUSA MAMMA NON FACEVI PRIMA A DIRMI CHE POSSO TOCCARGLI SOLO I CAPELLI?… SI MAMMA, SI CERTO….MAMMA MA POSSO BACIARLO CON LA LINGUA? COME CHI MI HA DETTO CHE SI FA COSI’ A BACIARLO? INSOMMA MAMMA, QUALCOSINA L’HO ANCHE IMPARATA DA SOLA…. SI INSOMMA ME L’HA DETTO LA GINA… MA COME VUOI CHE FACCIA A SAPERE COME MAI LEI LO SA…. LO SA E BASTA E POI E’ SEMPRE STATA UNA DONNA CON DELL’ESPERIENZA…INSOMMA POSSO O NO? SI HO CAPITO POCO… UNA COSA RAPIDA… UNA TOCCATA E FUGA…. SOLO CON LA PUNTA E VIA DENTRO…. BOCCA SIGILLATA….. MA NOOO MAMMA…. NON STARE A PREOCCUPARTI CERTO CHE QUELLA COSA LA’ NON GLIELA PERMETTO….SI MAMMA… CHIAMA PURE QUANDO VUOI NON CI SONO PROBLEMI…. SI MAMMA …. VA BENE MAMMA…. D’ACCORDO MAMMA…. SI ANCHE IO MAMMA…. NO NON PIANGERE COSI’ MAMMA, INSOMMMA SE VUOI UN NIPOTINO BISOGNERA’ PUR CHE IMPARI NO? VA BENE NON URLO MA TU NON METTERTI A PIANGERE CHE ALTRIMENTI MI VIENE DA PIANGERE ANCHE A ME….. SI CERTO, MA SI CAPISCE CHE TI TELEFONO SUBITO DOPO ANZI FA UNA COSA CHIAMAMI TU TRA 3 ORE… COME DICI? ANCHE MENO?! VA BENE MAMMA ALLORA CHIAMA QUANDO VUOI……. SI, SI CAPISCE CHE TI RACCONTO TUTTO NON PREOCCUPARTI CIAO MAMMA, CIAO… CIAO…..