REPORT

 

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Pioggia ininterrotta per tre giorni e una tromba d’aria. Questa la situazione di Riva del Garda nelle giornate del Blogfest. Ma può un meteo avverso fermare un popolo tecnologico? Si, perché si è parlato di tecnologia e di sfide.

 

Chi non conosce i termini:

 

 “killer application”

 

 ” video side”

 

 “originale series”

 

 ” bionde rave”

 

 ” slot sugli argomenti particolarmente di target”

 

 “connettere il brend agli utenti”

 

 “content agregator”

 

 “spazio lievitato”

 

O non si pone domandi come:  “a volte mi metto davanti alla pagina di google che è così bianca, pulita, persino inquietante e mi chiedo: beh ora cosa cerco?” Il fatto di spegnere il pc non passa certo per la testa a chi ne mastica di internet.

 

Poi, sto ancora aspettando la spiegazione della definizione di “blog verticale” che ha buttato lì , con tono adorabile, Paolo.

 

Diciamolo, ti senti inadeguata e ti prometti che, al ritorno, ti impegnerai, oddio se ti impegnerai per spadroneggiare il nuovo linguaggio, ti impegnerai a lanciare messaggi a favore di donne fragili, studierai la zona e il modulo, e scatterai più foto visto che almeno il Black Barry ce l’hai. Non sei ancora arrivata all’i phone ma almeno non arranchi in mezzo ad una comunity con un Nokia blu classico, orrore.

 

Ma ancora una volta ti rendi conto che sono le persone che ti affascinano, il loro tono di voce, un pollice alzato alla fine di una conferenza, l’ inclinazione alle risate, un bacio dato con il sorriso negli occhi, il riconoscersi a pelle, il piacersi a pelle, la frenesia e l’abbandono e ancora lo stupore per una frase, l’impegno costante e il crederci permanente.

 

Se per cinque anni non mi sono mai spostata da questa piattaforma vivendo i vari passaggi: VirgilioAliceMyblog il motivo c’era e non era il mio essere pigra.

 

E poi ho anche una coccarda. Vera.

 

 

 

BLOGFEST2008

1540241778.pngNon mi sono mai strappata i capelli per partecipare alle gite scolastiche o  a quelle parrocchiali. A  noi, poi,  spettava, per vicinanza geografica, il Garda: lo zoo di Pastrengo, Sirmione, la gardesana e Riva del Garda.

 

Ecco che quando ho saputo della  Blogfest 2008 a Riva del Garda l’angoscia della corriera, della “Montanara”, “Quel mazzolin di fiori” e della “Valsugana” è riaffiorata in tutta la sua prepotenza. Ma a differenza di allora oggi si può arrivare a Riva del Garda in auto, in treno, in aereo, in elicottero e questo è un vantaggio da non prendere sottogamba. I giorni 12/13/14 settembre ’08 nel luogo incubo della mia infanzia, si terrà una festa di bloggers. Ci saranno i più accreditati bloggers della rete, si terranno dibattiti, conferenze, BarCamp, daranno premi, si parlerà dell’era digitale, si ascolteranno concerti, si parteciperà a giochi e chi più ne ha più ne metta. Sponsor della manifestazione Virgilio myblog, Window Live Spaces e ancora Telecom, Donna moderna, Lulu.com, la 7, Yalp. Un evento importante, da non perdere, per chi crede che i blog siano uno strumento di comunicazione sociale, un’utopia che si è realizzata.

LUIGI

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Mi sono fatto un blog.
Non sono uno che ha proclami da fare, non ho soluzioni da proporre, non ho idee geniali da condividere, non sono uno di quegli sfigati che non sanno come passare il tempo libero. Ho una vita piena di amici, una morosa, donne, scopo come un riccio, faccio palestra e ho più soldi io che un cane pulci.
Poi quella stronza mi ha mollato.
Un martedì qualunque. Il martedì della palestra, dell’after hour e del cinema con lei . Mi aspetta fuori e mi dice “Amo Luigi, ci amiamo da un anno e abbiamo deciso di sposarci” Poi alza il finestrino dell’auto e parte.
E io me ne sto lì, con stampato in faccia il primo sorriso ebete della storia degli amori finiti.
Luigi? Chi cazzo è Luigi?
Mica sarà Gigi il meccanico? Quello della revisione dell’auto in giornata con lavaggio compreso? No, non può essere, non lui. Paragonato a me è una merda.
E allora chi?
Un anno. Sono stato cornuto per un anno e non me ne sono accorto. E lei con la faccia uguale al culo da un anno se la spassava con Luigi.
Perché non mi infastidisce che sia stata l’unica donna che mi ha mollato, mi irrita non sapere chi sia Luigi, non sapere niente di questa mezza pugnetta che le ha fatto perdere la testa.
E’ passata sopra ai miei tradimenti, alle mie assenze, ai miei lunedì di calcetto, ai venerdì con la compagnia in giro per osterie, al mercoledì di coppa, alle domediche allo stadio e poi Biscardi, Mosca, Sconcerti, D’Ubaldo, si è sciroppata senza fiatare opinionisti come Palombo, Focolari, Zazzaroni e poi salta fuori Luigi.
Tornato a casa ho acceso il computer e come un automa ho digitato LUIGI su google. Sono 28.200.000 i LUIGI che appaiono in 0,19 secondi e io me li sto spulciando tutti clikkando anche sui link di riferimento.
E poi ho aperto il blog.
Nickname: Alispezzate72
Titolo del blog: Luigi dove sei?
Descrizione: aspetta che ti trovi e ti faccio un culo così.
Mi fingo la sua ex disperata e non puoi immaginare quanti contatti ho ogni giorno: chi mi consola, chi mostra solidarietà, chi giura di conoscerlo e chi è pronto a prenderlo a calci in bocca. Sono tutti maschi, alcuni anche con un fisico apprezzabile stando alle foto che mi mandano.
Luigi non l’ho ancora trovato ma sto entrando in confidenza con BronzoDiRiace69 che mi ha chiesto il mio numero di cellulare.
Non è che sai dove vendono un distorsore di voce?
E non guardarmi così, quando ci si innamora è legittimo fare follie no?

OFFICE

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Poi dicono: è solo una segretaria.

E io glielo lascio dire. Me le faccio scivolare addosso certe frasi così come i luoghi comuni sulla categoria.

So quello che valgo e mi sono costruita la mia carriera scopata dopo scopata. Solo io so quanto è stato difficile entrare in certi letti. Ma il mio obiettivo l’ho raggiunto. Dirigo 10 piccole stronze che appena giro gli occhi usano il telefono aziendale per telefonate personali, alzano il volume delle loro vocine querule per descrivere fatti non attinenti al lavoro, si connettono a internet per intrecciare relazioni amorose, utilizzano la fotocopiatrice in maniera impropria.

Le aspetto al varco, le chiamo nel mio ufficio, le faccio spogliare e chiedo loro se vogliono ritrovarsi così il giorno dopo ricevendo la lettera di licenziamento.

Posso assicurare che la pratica l’ho utilizzata soltanto quattro volte poi la voce si è sparsa e ora in ufficio regna l’ordine e il silenzio.

Ho ricevuto vari encomi dall’azienda e vi giuro che non riesco a capire questo accanimento di voi sindacaliste nel reputare il mio modo d’agire non in linea con lo statuto dei lavoratori. Senza contare che parecchie di loro mi si sono offerte pur di salire di scrivania e io non le ho mai denunciate per molestie sessuali. Ma se insistente giudicando il mio comportamento come immorale non aspetterò un secondo e fornirvi la lista delle arriviste.

Il mio posto di lavoro non me lo può fottere nessuno.

Io non mi faccio più fottere da nessuno.

 

Patteggiamo?

         

INDISCRETO

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No, mamma, io non ci vado più all’asilo.

Quella la’, la vedi? Si, quella con la frangetta e i codini. No, non quella!

Insomma mamma, quella col vestito bianco sporco.

Si, è lei.

E’ antipaticissima. La bimba più antipatica che ho mai conosciuto. Una volta mi ha anche rotto la Tanya, si, le ha spezzato una gamba e l’ha messa sotto la terra con una croce sopra. E poi lo sai che quando la maestra l’interroga fa sempre scena muta? Non ha ancora imparato a leggere e fa ancora i disegni quando siamo in aula. Io e la Miranda invece siamo anche capaci di scrivere il nostro nome da sole. E’ una somara. Lo dice anche la maestra e se la maestra dice “somara” lo posso dire anche io. E poi sta sempre coi maschi. Gioca con loro con la palla e a  merenda va a mangiare la banana con loro e poi, ma questo è un segreto e mi devi giurare di non dirlo a nessuno ti venissero le formiche negli occhi, giura, giura o non te lo dico. Va bene te lo dico ma tienitelo solo per te : la Miranda mi ha anche detto che vanno nel giardino quello dietro e fa certe cose con loro. Eh certe cose sono certe cose. Sono quelle cose che tu mi sgrideresti se le facessi io. Come quella volta che mi hai visto che facevo vedere le mutande a Dario e hai urlato e hai anche dato una sberla a Dario che poi sua mamma è venuta a casa nostra e ti ha detto quelle cose brutte.  No, io non ci sono mai andata nel giardino la dietro, te lo giuro. Ma che quella la’ ci vada è sicuro: se lo dice la Miranda ci puoi credere, lei sa sempre tutto. Sa anche che la maestra si bacia con un ragazzo che il venerdì la viene a prendere a scuola.

Tu perché non ti baci mai col papà?

Se non lo sai fare ti insegno io.

La Miranda mi ha insegnato a fare anche quello.

PREMURE

BOTERO ALTA SOCIETA'

Certo signore, prendo nota. Intervista con Madame nel pomeriggio. Le farò sapere.No, Madame sta riposando. No, mi spiace. Ho l’ordine di non disturbarla per tutta la mattinata. No, non insista, non posso fornirle nessun particolare della vita privata di Madame. Si, si farà sentire lei, quando lo riterrà opportuno.”

No, Madame sta riposando. No, mi spiace. Ho l’ordine di non disturbarla per tutta la mattinata. No, non insista, non posso fornirle nessun particolare della vita privata di Madame. Si, si farà sentire lei, quando lo riterrà opportuno.”

Certo che sei più pesante di quello che credevo. Non riesco a sollevarti, devo per forza trascinarti. Chissà se il luminol riesce a vedere le macchie lavate con la varechina. E chi se ne frega se sbatti la testa sui gradini? Toc, toc, toc. Senti come suona a vuoto la tua testolina di cazzo.

“Si? No, Madame è in viaggio. Non sono autorizzata a comunicare la meta. Prendo nota signore. Madame le farà sapere.”

E piega sto cazzo di braccio! Non mi dirai che sei già diventata dura? Non farmi usare la sega circolare che diventa un casino pulire: gli schizzi arriverebbero al soffitto. Ho salito troppe scale per farlo anche ora. La star, la divina, la burrosa, Madame. Ma guardati. Fai schifo da morta come da viva. Perché gli altri, il tuo pubblico, non ti conosceva, ma con me non hai mai potuto fingere. Lo so da sempre che sei una lurida schifosa viscida donnetta. Con me non potevi atteggiarti da star.

“Mi dica. No, signora. Madame è uscita. No, non so quando rientra. Non mancherò di farglielo presente, stia tranquilla. Si, si, ho scritto tutto. Agenzia Fashion. Certa, sarà fatto. Buona giornata.”

Ecco un ultimo sforzo. Così, dentro al tuo baule, al tuo prezioso baule Vuitton. Ci infilo anche tutti i vestiti che mi hai regalato, quelli smessi da 10 anni che avrebbero rifiutato anche alla parrocchia di San Damiano al centro accoglienza profughi. Ecco, ci metto anche le tue mutande che mi hai regalato in un tuo raro momento di generosità, perché tu non potevi portarle più di una volta.

“Buongiorno. Si, mi dica pure. Al momento la signora è impossibilitata a risponderle. Non insista la prego, se le dico che non può, vuol proprio dire che non può. Si, si, non si preoccupi. Ho memorizzato. Presentarsi sul set alle 6. Mandate la macchina. Sarà pronta.”

Ci sarà clamore sui giornali per una settimana, la polizia rovisterà in ogni angolo della casa per qualche giorno, la stampa assedierà la casa ma poi tutti ti dimenticheranno, perché la gente dimentica in fretta. Infine ci sarà un’altra pronta a rimpiazzarti comprando questa villa immersa nel verde con cameriera fedelissima inclusa.