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Poi dicono: è solo una segretaria.

E io glielo lascio dire. Me le faccio scivolare addosso certe frasi così come i luoghi comuni sulla categoria.

So quello che valgo e mi sono costruita la mia carriera scopata dopo scopata. Solo io so quanto è stato difficile entrare in certi letti. Ma il mio obiettivo l’ho raggiunto. Dirigo 10 piccole stronze che appena giro gli occhi usano il telefono aziendale per telefonate personali, alzano il volume delle loro vocine querule per descrivere fatti non attinenti al lavoro, si connettono a internet per intrecciare relazioni amorose, utilizzano la fotocopiatrice in maniera impropria.

Le aspetto al varco, le chiamo nel mio ufficio, le faccio spogliare e chiedo loro se vogliono ritrovarsi così il giorno dopo ricevendo la lettera di licenziamento.

Posso assicurare che la pratica l’ho utilizzata soltanto quattro volte poi la voce si è sparsa e ora in ufficio regna l’ordine e il silenzio.

Ho ricevuto vari encomi dall’azienda e vi giuro che non riesco a capire questo accanimento di voi sindacaliste nel reputare il mio modo d’agire non in linea con lo statuto dei lavoratori. Senza contare che parecchie di loro mi si sono offerte pur di salire di scrivania e io non le ho mai denunciate per molestie sessuali. Ma se insistente giudicando il mio comportamento come immorale non aspetterò un secondo e fornirvi la lista delle arriviste.

Il mio posto di lavoro non me lo può fottere nessuno.

Io non mi faccio più fottere da nessuno.

 

Patteggiamo?