SCOTTATURE

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Quel giorno, arrivando in paese, si aveva la sensazione che fosse successo qualcosa di grosso. Tutti i negozi avevano chiuso i battenti. In quella afosa giornata agostana, in un’Italia non ancora ricca da potersi permettere vacanze e che ancora non conosceva il giorno di chiusura dell’esercizio o la pausa domenicale di Cleto il macellaio, Adone il fornaio, Cino il fruttivendolo e Lario il barbiere, non c’era traccia.

Il prete uscendo dalla canonica si era incamminato verso l’osteria, unico locale aperto deciso a risolvere il mistero. Da dietro il bancone Guido, versandogli un bicchiere di rosso, fu molto vago nelle risposte concludendo con un “ Se non lo sa lei dove sono andati! E’ lei che li confessa tutti no?” E ridendo si era rifugiato nel retrobottega.

Tornando verso la chiesa il prete ripassò mentalmente tutti gli abitanti della frazione e solo allora riuscì a incastrare i tasselli.

Considerò che le donne del paese erano tutte presenti eccetto la Rosa, la vedova, che era andata al mare in corriera.

E non furono tanto le scottature al naso degli uomini il giorno dopo, quanto la loro faccia soddisfatta e le occhiate all’osteria, a confermargli come mai la Rosa pedalava su una bicicletta azzurra con un cestino bianco incastrato nel manubrio, nuova.

 

Luca 18, 9-14

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Luca 18, 9-14.

Di questo dovrei parlarvi. Del pubblicano e del fariseo. Dovrei parlarvi di come Dio giudica e perdona.

E come per noi sia difficile comprendere da quale parte si abbasserà il piatto della bilancia ma sia così banalmente semplice ergerci a giudici e giudicare.

Dio conosce il gioco delle autogiustificazioni  e se ne sottrae.

E oggi anche io me ne sottraggo e parlo della Chiesa, di noi preti.

E mi rivolgo a voi miscredenti, mangiapreti, anticlericali che ci cercate solo quando si avvicinano le elezioni, che sapete solo puntare l’indice contro la  Chiesa e i suoi errori e vi scordate i sacrifici, i morti ammazzati per un credo, che alzate le bandiere per ogni ideale che abbia sembianza di umanità e non vedete la miseria di chi vi circonda, che venite di sera, nelle nostre canoniche a piangere come agnelli per cercare una parola di conforto senza pagare il dazio, che con l’arroganza dell’intelligenza volete la prova, voi che vi liberate la coscienza  e ci caricate di segreti imperdonabili, che ci sbattete in faccia la ricchezza della chiesa e non vi accorgete della tonaca lisa, che per uno che sbaglia li crocifiggete tutti, che beffardamente sostenete di conoscere un unico spirito, quello dell’ CH3CH2OH e ve la ridete.

Sono uno stupido prete di campagna.

Sui banchi della chiesa, la domenica, si inginocchiano 7 vecchie e il campanaro. Loro non si meritano questa predica.

E Dio conosce bene la differenza tra peccato e peccatore.

 

 

PRETI

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Ho conosciuto un prete che alla frase evangelica :
Beati i costruttori di pace
era finito il toner dopo la parola costruttori.
Ho conosciuto un prete che al suo matrimonio distribuiva santini con frasi di film e che credeva di essere nel giusto.
Ho conosciuto un prete che chiudeva le finestre mentre gli parlavo perché aveva paura di guardarmi in faccia.
Ho conosciuto un prete che aveva visto il Diavolo e il Diavolo lo aveva bastonato.
Ho conosciuto un prete a cui il suo avvocato consigliò di farsi processare in contumacia: aveva in volto le stigmate della perversione.
Ho conosciuto un prete che in canonica aveva solo un cucchiaio e viveva nella stessa dignitosa povertà da anni, ma la sua bocca era sempre aperta al sorriso.
Ho conosciuto un prete che della canonica aveva fatto una succursale dell’Ulivo.
Ho conosciuto un prete che si faceva lavare i capelli solo da mia madre nel lavandino di casa ed era vecchio, stanco, solo.
Ho conosciuto un prete che mi mandava a cagare e si metteva a ridere.
Ho conosciuto un prete che aveva il volto di Dio ed è per preti come lui che ho mantenuto la fede