RAT

BOTERO LADY

Grazie, grazie di cuore. Davvero.
E' un onore per me ricevere questo premio.
Mi sono battuta anni e anni per la causa animalista, sono scesa in piazza con voi a bruciare le pellicce, con voi ho liberato i cani dai canili e le vacche pronte per il macello. Senza di voi non avrei raggiunto i risultati ottenuti ma non mi sentirei in pace con la mia coscienza se adesso non vi confessassi il mio ODIO sordo e profondo per i topi. Si, i topi. Qualunque genere di ratto mi fa schifo. Non sopporto la loro vista. Mi repellono coi loro musetti appuntiti e poi sono sporchi e portano malattie. Non ho mai capito il perché della loro squallida esistenza che ritengo inversamente proporzionale alla loro rozza prolificità pari solo a certe specie inferiori umane che si riproducono incessantemente partorendo immonde creature che toccherà a noi mantenere. Non avete mai provato la sensazione di un ratto schifoso che si arrampica velocemente sulle vostre gambe? Quale orrore è più grande? E quale voglia più grande che sopprimerlo, schiacciarlo con una badilata o incollarlo alla carta topicida guardando le sue zampette piene di colla appiccicosa che lo tengono legato mentre quel corpo tozzo si dimena? La perfidia mi esplode in tutta la sua virulenza quando li vedo nelle vecchie trappole a molla squittire piagnucolando mentre parti delle loro piccole budella si sparpagliano nel parquet lucido. E quale godimento maggiore è vederli assettati rincorrere l'acqua dopo essere stati avvelenati con quelle pillole prodigiose che gonfiando il loro stomachino li rinseccano fino a ridurli polvere? Spero che finisca l'epoca delle loro cacchette lasciate come ricordo tra lenzuola e federe nell'angolo più recondito dell'armadio e che finalmente i gatti tornino a fare il loro dovere di bestie e muovano i loro culoni pieni di croccantini e eliminando il roditore ripugnante dal creato.
Cio' detto, mi prendo il mio premio come donna animalista dell'anno.

HAMAM

BOTERO - DONNA NELLA VASCA

Con solo un asciugamano avvolto intorno al corpo entravo in mezzo a vapori che lasciavano intravedere corpi di altre donne nude. I loro capelli incollati alle spalle, sdraiate su marmi umidi e bagnati, impegnate in conversazioni che avrebbero portato a nessuna decisione definitiva, distese senza pudori nel ventre accogliente di una stanza che non aveva orecchie ma solo occhi curiosi di scoprire altre rotondità. Una ciotola lasciava scivolare acqua sul mio corpo che reagiva procurandomi piacere e disponibilità mentre le mie labbra raccoglievano il sudore delle mie tempie. Silenzio e sguardi curiosi, sorrisi timidi e provocanti poi una mano decisa mi prende la mano.
Mi alzo e seguo quella sagoma di donna che ha deciso che è giunto il mio tempo. Mi stende sul marmo bagnato e caldo, mi toglie il telo lentamente lasciandomi assaporare il piacere dei suoi occhi sul mio corpo.
Sento le sue mani scendere dal mio collo alle mie spalle e ancora seguire i miei fianchi carezzando le cosce fino a farle divaricare in modo naturale. Mi inonda di schiuma senza odore e me la sparge in ogni piega del corpo con dolcezza prima, con decisione dopo. Sento il mio corpo reagire ad ogni carezza, ad ogni sfioramento, lo sento partecipare ed inarcarsi. A volte il respiro accelera per placarsi quando ancora una cascata d'acqua lava ogni pensiero facendomi spalancare bocca e occhi che incrociano ciglia orientali dolcissime conficcate in occhi seducenti.
Ora sono seduta davanti a lei, la mia fronte tra i suoi seni.
Fa scendere dolcemente acqua sui miei capelli. Li massaggia, li insapona, li sciacqua. Ancora acqua a lavare ogni traccia.
E carezze al viso per ricordare un profilo straniero, un sapore di civiltà indesiderata, una curiosità esaudita.

REVISORE

BOTERO MAN

Lavoro in uno scantinato senza finestre a destra dell'archivio generale.
Perché per lavorare bene ho bisogno di silenzio. Silenzio assoluto. Sono frazioni, istanti, attimi. Tutto così veloce che non ci si puo' distrarre. Taglio le congiunzioni inutili degli ospiti tv e con le congiunzioni taglio anche le vocali tenute troppo lunghe, le pause inutili tra una parola e l'altra, i gemiti e i sospiri.Ogni secondo passato in tv ha un valore, un prezzo e non ci si può permettere di buttarlo via lasciando che un'attricetta strascichi una frase o un cantante sospiri più del necessario.
In teoria il tagliato andrebbe gettato.
Io l'ho sempre tenuto.
Ho scatolette piene di é chiuse e è aperte, barattolini con puntini di sospensione e battiti di ciglia. Ho tenuto anche uno starnuto scappato ad un'annunciatrice e un singhiozzo del reporter da Damasco. Tutto catalogato e riposto con cura negli scaffali.
Oggi è scesa nel mio scantinato una soubrette disperata pronta ad offrirsi pur di essere aiutata in un collegamento della durata di cinque minuti. Cinque minuti sono un'eternità se non si hanno cose da dire e allora pur declinando l'offerta sessuale mi sono messo a disposizione e aggiungendo una risata, un applauso, trascinando una "è", aggiungendo alcuni puntini, l'intervista è arrivata puntuale allo sbarramento dei 5 minuti.
Tolgo e regalo tempo: non è come essere Dio?
E tutti, prima o poi, passano dal mio scantinato.

LUNARIO

BOTERO PARTICOLARE PASSERA

Le grandi aspirazioni dell'adolescenza erano naufragate quando decisi di andarmene da casa e costruirmi la mia vita da solo. Fare il fotografo free lance, correre sulla notizia, rubare l'istantanea, essere sempre nel luogo dove avveniva il fatto, si rivelò bel presto molto dispendioso e poco renumerativo. Mi ero sposato, avevo tre figli urlanti e una moglie da mantenere e così aprii un negozio " sviluppo e stampa in un'ora" e l'unico brivido che provavo era all'apertura della bolletta per il riscaldamento o quando la sposa ritardava davanti all'altare. Il giorno di settembre che entrò Antichiano per commissionarmi il calendario da regalare ai suoi clienti a fine anno, pensai fosse giunta l'ora del riscatto. Misi un cartello in vetrina " cercasi modella per calendario". Iniziarono ad entrare a frotte. Alte, basse, magre, grasse, bionde, more. Le portavo nel retro le fotografavo e le congedavo con un "Le saprò dire". Sviluppavo velocemente i negativi, andavo in bagno, mi masturbavo ed ero già pronto per lo scatto successivo. Man mano che i giorni passavano i miei scatti diventavano sempre meno artistici e sempre più ginecologici e fu allora che mi balenò l'idea di vendere quelle foto. Contattai una rivista hard che si mostrò subito interessata e iniziò una collaborazione che continua tuttora. Ma adesso vado sul set dei film hard che producono e ho sempre materiale di prima scelta e se capita sostituisco il protagonista e mi pagano in nero. Mia moglie è felice, i miei bambini hanno la play station e l'ipod, abbiamo comprato casa nei quartieri bene e ad Antichiano, quando è venuto a controllare l'impianto idraulico della casa, ho dato la bozza del calendario. Entusiasta mi ha abbracciato. Non aveva mai visto dei rubinetti fotografati meglio.
Perché il sesso, alla lunga, annoia, come il resto.

SETTIMO

BOTERO DONNA CON STOLA

Ho la fortuna di frequentare la buona società e questo mi da un buon vantaggio: non sono costretta al taccheggio nei grandi magazzini o nelle boutique del centro.
Rubo direttamente nelle case in cui sono invitata.
Ho iniziato una sera a capodanno. Le donne avevano abiti lunghi, scollatissimi, arricchiti da preziose parure custodite fino a quel momento nella sede centrale della banca in apposite cassette di sicurezza. Gli uomini sfoggiavano Rolex d'oro che impediva loro di sollevare il braccio e la padrona di casa, grande puttana prima di sposare il cavalier Draghetti, aveva fatto apparecchiare la tavola con le posate d'argento, i calici di cristallo e i tovaglioli di lino delle Fiandre trattenuti da un animaletto di cristallo Swarovski  che ci saremmo, poi, portati a casa.
Tutti così belli, così ricchi, così felici, tutti così perfetti.
Salii al piano superiore con la scusa del bagno, mi infilai nella camera da letto della padrona di casa e dopo aver aperto il cofanetto dei preziosi, mi infilai un bracciale, dodici fili di perle, nelle mutande.
Seppi giorni dopo che la domestica era stata licenziata e segretamente ne provai un piacere quasi orgasmico.
Così cominciò e così prosegue, non riesco a farne a meno.
Un giorno rubo un maglioncino di cashemire a casa di Marcella, magari la pashima a Carlotta, la sera entrano nella mia borsetta un paio di orecchini o una piccola scultura dell'ultimo artista scoperto da Elena.
E io un orgasmo al giorno lo devo provare.

BACIARELL

BOTERO UOMO CHE BEVE

Aveva lavorato solo un giorno nella sua vita come muratore. Lo avevano mandato in un cantiere e fatto salire su un castello costruito con tubi innocenti e assi riciclate. Gli accertamenti non arrivarono mai a capire se la caduta fu accidentale o fortemente voluta. Di certo si sa che da allora non lavorò più neanche un giorno della sua vita. Le giornate le passava all'osteria insieme a una bottiglia di rosso e aspettando che arrivassero i soldi dell'assicurazione o la pensione di invalidità e tenendosi informato sui matrimoni. Chi si sposa? Dove? E il pranzo di nozze dove lo fanno? L'importante era che non fossero ne' parenti o conoscenti. Appurato la totale estraneità con i nubendi, il giorno delle nozze si presentava al ristorante lavato e pulito ma con quell'odore di stantio e selvatico che lo accompagnava ormai da anni e che nemmeno la lisciva riusciva a togliergli. Si sedeva in un tavolo un po' in disparte e a chi gli domandava di chi fosse parente o amico, lui prontamente rispondeva, "della sposa" se si trattava di conoscenti dello sposo, "dello sposo" se si trattava di conoscenti della sposa. L'allegria della festa non permetteva certo indagini più approfondite e Baciarell salutava rispettosamente gli sposi uscendo allegro e ubriaco dal locale.
La cirrosi lo portò presto alla morte.
Lo misero in un tombino al quarto piano fino a quando, una sera, si sentì un botto: il vino ingurgitato prima del trapasso era fermentato nella sua pancia facendogliela scoppiare. 
Baciarell era esploso.
E il suo odore si continuò a sentire per una settimana intera, giusto il tempo dell'arrivo della lettera che gli concedeva l'invalidità per infortunio sul lavoro.

SVENDITA

L'aria condizionata ha smesso da tempo di funzionare e se probabilmente la disfunzione passerebbe inosservata sul Bernina, in val padana diventa un vero problema specialmente in estate  quando l'afa ti brucia le narici e impedisce al cervello una giusta ossigenazione.
Il finestrino del passeggero non scende da 7 anni ma avverto quasi sempre gli ospiti che hanno la disavventura di accettare un passaggio.
Ultimamente ho notato la crescita di 2 decimetri quadrati di erba dietro il sedile del guidatore, non li tolgo nella speranza di veder spuntare un giorno un porcino dalle dimensioni apprezzabili.
Non vede un autolavaggio da  almeno 10 anni, ma ho l'accortezza di lasciarla fuori tutte le volte che Giuliacci annuncia l'arrivo della bassa pressione.
La portiera posteriore destra è sfondata da quando una francese albina ha voluto avvicinarsi troppo, di conseguenza si apre a fatica e solo se non troppo delicatamente sferro un pugno in una posizione strategica della carrozzeria
Ma al di la' della revisione biennale, la svedese metallizzata non ha mai subito gli affronti di meccanici.
Non ci ho mai fatto sesso sopra, ne' di lato, ne' dentro.
Non è che qualcuno ha voglia di comprare un pezzo della mia vita?

VICINA

BOTERO DONNA VENTAGLIO

Ma neanche per sogno! Io non ci vengo proprio al commissariato con voi. Ho sul fuoco il ragout e il coniglio è dentro al forno. E poi io non ho niente da dire. Quella li' la conoscevo appena. Glielo hanno già detto che non era un'italiana? E dalle straniere non c'è niente di buono da aspettarsi sa. Si, eravamo vicine di casa ma a parte una volta che andai a bussare alla sua porta perché il rumore e le grida, che passano attraverso le pareti, erano insopportabili e non mi facevano dormire,  io non ci ho mai avuto niente a che fare. Non so cosa gli altri condomini le abbiano detto, di certo la vita di quella donna era davvero particolare. Ma questo non lo scriva, non voglio passare per pettecola, sia chiaro, perché io mi faccio sempre i fatti miei. Ne ho abbastanza del mio calvario. Lo guardi, è quello li' il mio calvario. Ha smesso di essere un uomo subito dopo sposati e da allora è solo peggiorato. Ma cosa vuole, siamo vecchi, siamo stati educati con altri principi, non come quella la'. Ma lo sa che usciva di casa prestissimo la mattina, credo per andare ad insegnare in un convento che ospitava la scuola per sordomuti, tornava verso le 10 per dare lezioni private alla figlia dell'ingeniere, quello del secondo piano. No, la ragazzina non è sorda, non è neanche muta. Ma prendeva ripetizioni. Senta non lo chieda a me perché non andava a scuola. Avete le assistenti sociali no? Domandi a loro. Avessi saputo cosa sarebbe successo forse, e dico forse, avrei prestato più attenzione al via vai di uomini che entravano e uscivano da quell'appartamento. Io vedevo bene solo quelli da mezzogiorno alle venti. Cosa vuole, poi andavo a letto anche io. Dovrò pur dormire la sera. Ma era proprio nuda nuda quando l'avete trovata? Eh si, c'era da aspettarselo da una come lei. Mica per parlarme male, ma sa, certe cose noi donne le capiamo subito. Dice che verranno quella della tv a intervistarmi? Lara, Lara, scendi subito e vieni a mettermi a posto i capelli che arriva la televione. Mica mi posso far trovare così vero ispettore? E quando ricapiterà?