INFERNO

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Se se ne fosse andato tacendo, adesso avrei il cuore in pace. Ma quell’ubriacone ha voluto farmi l’ultima cattiveria. Lui era speciale in questo. Non ho mai conosciuto un uomo più perfido di lui. Nei 40 anni passati a lavare i suoi pantaloni che puzzavano di piscio, perché quando si ubriacava se la faceva addosso, nel chiedere scusa a tutte le donne che importunava quando l’alcool scatenava i suoi istinti di bestia, a prendere botte perché non portavo a casa soldi per le sue bevute notturne quando lui non aveva più la forza di suonare nelle balere con l’orchestra di liscio “Delia e i suoi boccioli”, sono sempre stata sorretta dalla speranza che il mio uomo, l’uomo che non aveva voluto darmi un figlio, ma lo aveva concepito con un’infermiera che poi era morta di cancro allo stomaco senza nemmeno aspettare che fossi io ad augurarle una morte simile, quell’uomo che mi aveva portato a casa quel bambino orfano che aveva gli stessi occhi di suo padre e che io conoscevo bene perché, ragazza, mi avevano fatto innamorare, quell’uomo che mi aveva ucciso il canarino mettendolo nel mortaio e schiacciandolo col pestello, che mi portò dalla Veneria per una vacanza per poi correre a denunciarmi per abbandono del tetto coniugale,   proprio lui spirando sussurrò ” Ho fatto una quaterna al lotto”.
E’ stato un attimo dimenticare le umiliazioni e le sofferenze. “Dove, dove sono? ” gli ho urlato nell’orecchio.
Niente. Morto. Ed era brutto anche da morto.
Da allora ho scavato sotto il fico, ho fatto buchi nell’orto al punto che non cresce più neppure la gramigna, ho squartato il suo materasso, cercato nel barattolo della farina e in quello della mostarda, ho tranciato in due il serbatoio della sua motocicletta con la sega circolare.
Niente.
Poi ho preso l’urna delle sue ceneri e mentre ne versavo il contenuto dentro la tazza del cesso ho visto volare un pezzo di carta filigranata.
Potrei pensare ad un errore dell’inceneritore ma conoscendo mio marito sono sicura che se li è portati all’inferno.

NONNA

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Ma dove cazzo sta scritto che le nonne sono buone?
Mia nonna era la donna più cattiva che abbia mai incontrato. I suoi capelli imbiancarono sui trent’anni e inizio’ allora a tingerseli di un “nero corvo che racchia” che le indurirono ancora più il volto.
In una delle foto che teneva sul comò era immortalato il giorno delle sue nozze: il vestito grigio a pois non era niente in confronto al cappellino con piuma che aveva adagiato sui capelli.
Io adoravo mangiare i baci al cioccolato, quelli che strappi dagli espositori cilindrici con dentro in biglietto che ti dice subito se hai vinto un altro bacio: non me ne hai mai fatto tirare uno che fosse uno. Anche adesso, quando li vedo nei bar, non resisto alla tentazione di strapparli dall’asta, ma mi appare mia nonna e le mani si bloccano.
Non ha mai pianto in vita sua.
Ne’ quando le morì il marito, ne’ quando le morì il figlio, ne’ quando si grattugiò le dita con la grattugia elettrica.
Erano sempre migliori gli altri.
Sai, tuo cugino suona il pianoforte, è così bravo… lui si che fara’ strada, non come te che perdi tempo con 6 corde tese su una chitarra. “ Nonna io ho finito il liceo”. Tua cugina poi, vedessi come è stata brava alla recita parrocchiale, ha letto la poesia – Mamma – e non si è mai sbagliata “Nonna io mi sono iscritta all’università” e non parliamo poi di sua sorella che tutte le domeniche insegna catechismo in parrocchia “Nonna io parto per l’Albania e porto aiuti umanitari”e hai sentito di quel mezzo parente che fa il cameriere e tutti dicono che è così bravo nel servire le pizze, una volta o l’altra mi ci dovete portare che gli lascio una bella mancia “Nonna io mi sono laureata” e della Clara?Ma lo sai che la Clara ha aperto una edicola e vende tanti libri, lei si che sa tante cose “ Nonna mi sono tornata ad iscrivere ad un’altra università” ma già tu pensi solo a pigiare dei tasti, è tutto quello che sai fare.
Nonna, adesso posso dirtelo: quello che suonava il piano forte è stato licenziato dall’orchestra, quella che recitava sforna figli e ha sposato un dislessico con difficoltà sintattiche e il cameriere adesso fa l’idraulico: passato tout court dalle cucine ai cessi. Infine la Clara è fuggita con un operatore ecologico abituato al riclico.
Io continuo a pigiare su dei tasti ma so cosa significa piangere, ridere e ballare il tango.