TRUEMAN

daca7ce265dfb508d9803711c7fe9811.jpgCome li si può classificare quelli che si bardano da ciclista e la domenica mattina cercano di smaltire i grassi accumulati durante la settimana? O si mettono capi in poliestere per cui senti il loro odore dopo una giornata di lavoro a tre chilometri di distanza?

Come definire quelli che indossano biancheria intima minuscola, abbigliamento con più di tre zip, berrettini da yachtman, catene d’oro e pantaloni alla pinocchietto?

Vogliamo schedare quelli che infilano magliette con scritte demenziali, pubblicizzano marche di birra e ci comunicano che “ I’ve been to Disneyland?

Bruciamo quelli che, dopo una vacanza in America, si bardano con collanine di perle Sioux o vanno in ufficio con stivali di raso dopo un viaggio in Indonesia?

Formiamo una lista di proscrizione per tutti quegli insicuri che devono mostrare l’etichetta del vestito, sia questo di Giorgio, di Miuccia, di Kevin?

Lui, il maschio, calza scarpe con la punta arrotolata, pantaloni, giacca, cravatta e camicie col collo tenuto fermo da due bottoncini. E ha lo sguardo e la voce ferma  mentre ti chiede: “Com’è andata?” Perché in te non cerca più la mamma da quando ha intuito che la mamma non sa niente di catene, bondage, indumenti bagnati e dell’uso più interessante di una videocamera collegata ad un videoregistratore.

MUTANDE

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Nel tempo ho imparato a riconoscerli dalle mutande.
Quelli con la mutanda che esce dai pantaloni li elimino a priori. Senza appello. Non mi interessa se non sono trend in questa selezione, il fatto vero è che trovo intollerante per la mia vista girare intorno ad un uomo per vedere se oltre alla scritta CK c’è anche un brandello del cervello. Si perché quelli con le mutande firmate hanno anche la camicia firmata, a collo alto, aperta a mostrare un petto depilato ed un tatuaggio indice della loro mascolinità che non risulterebbe in nessun’altra situazione. Poi ci sono quelli dalla mutanda colorata: rossa con il fascione dell’elastico di tinta contrastante, gialla zebrata per il tipo selvaggio e anche nera che mi provoca una certa inquietudine per l’incertezza che da’ circa la pulizia del portatore sano delle stesse. Tralascio volontariamente gli uomini che portano il perizoma concentrandomi invece su quelli che portano le mutande a calzoncini. Dopo anni di testicoli incerti su dove era meglio appoggiarsi e sedute psicoanalitiche sul dove era opportuno sballottare il pisello in larghi boxer che solo Cary Grant sapeva portare con dignità sono finalmente tornati i boxer di maglia contenitiva che evita inopportuni ballamenti.
Un tempo erano le mamme ad acquistare le mutande ai figli. La scelta era facile. Andavano in merceria quando andava bene o al mercato da quel vecchietto allampanato che portava la sua merce in 3 cassette di legno. Le taglie variavano, ma il colore era unico, il bianco. Una classica mutanda bianca di cotone con il triangolo rinforzato davanti. Solo in rarissimi casi, le madri più evolute le acquistavano con l’apertura strategica di lato immaginando fosse più veloce tirarlo fuori senza nemmeno abbassare i pantaloni: era sufficiente che la cerniera non si inceppasse.
Di questi se ne trovano ancora e sono questi che mi fanno tenerezza.

TESTARDA

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Mi domando perché un uomo con 2 occhi, 1 naso, 1 bocca, magari anche con un normalissimo paio di palle,due gambe lunghe ed alcuni denti otturati ed alcuni cavati, un uomo, come altri milioni di uomini che esistono su questa terra, ecco, mi domando perché questo essere umano diventa improvvisamente l’unico punto di riferimento della vostra vita. Incontrate al solito bar Piero che è una vita che vi fa il filo e ci prova e allunga le mani e che da una vita voi mal sopportate anche se è belloccio con quell’aria da Vienibimbalosochelovuoieiotelo do e per la la prima volta vedete che ha i peli che gli escono dalle orecchie e scoppiate a ridergli in faccia. Telefona Giovanni che ha appena lasciato sua moglie avendola trovata a letto con Marco, il suo migliore amico e non è tanto quello che lo ha infastidito quanto aver notato che ha usato il suo accappatoio, e sghignazzate sottovoce. Andate al concerto e vi appare, come la Madonna di Fatima ai tre pastorelli, Edoardo con la sua faccia butterata da una vecchia acne giovanile combattutta a colpi di topexan e schiacciamenti di feroci e vi cita l’ultimo libro di Baricco scaccolandosi il naso e chiedendovi un appuntamento letterario. Puo’ essere che anche Luciano vi inviti a cena sul lago e vi venga a prendere sotto casa con la sua auto nuova e voi non potete togliervi le scarpe ed appoggiare i piedi sul cruscotto come fate di solito perché l’ha appena portata all’autolavaggio Oasi e ha pagato ben € 25.00 di lavaggioasciugaggioaspirapolve relucidaturapulituravetrie e nuovo arbre magique compreso. Nella vostra testa rimane lui. Quello che non avete potuto avere, quello che vi ha detto no, io non te lo do. Quello a cui la vostra passera non interessava, non tanto come passera, quanto passera tra le coscie di una donna che lo desiderava e glielo diceva spaventandolo a morte. E’ lei, la vigliacca, la vera causa dei vostri dolori, perché ragiona con pulsioni animali non filtrate dalla buona educazione e dai consigli delle amiche: non devi dirglielo che lo vuoi , non si fa…. te la devi tirare, perché solo così gli uomini si attaccano…. una signorina per bene certe cose non le puo’ fare, i suoi sentimenti se li deve tenere in pectore al massimo stropicciando un fazzolettino da lacrima, con il bordo di pizzo, sai quelli che se ti ci soffi il naso dentro ti rimane tutto il muco appicciacato nelle mani. Io purtroppo sono testarda e, tra le parole delle amiche e le pulsioni della mia topa, seguo sempre queste ultime….