ACCORDINGLY

 

botero, battista sforza, piero della francesca, donna, woman, rinascimento, firenze, medici

Smettila di prendermi in giro e versami un’altra tazza di the. Latte non limone, sai inizio ad avere qualche problema con l’intestino. Fortuna che l’altra sera mi sono messa questo di vestito quando sono uscita con Simuel e la pancia gonfia si notava meno

Sai, non è come dicono. Avrà anche avuto un passato burrascoso ma anche per lui l’età ha smorzato certe pruderie. E pensare che quando insegnavo e me lo trovavo davanti ai colloqui insegnanti genitori giuro che non lo sopportavo: il foularino al posto della cravatta, il fare strafottente da viveur, quegli occhi che ti frugavano dentro alla ricerca del tuo punto debole. Penso di essere stata l’unica professoressa di suo figlio a non farmi intortare dai suoi modi rimandando suo figlio per tre anni consecutivi. Quando l’ho incontrato dal meccanico, io dovevo far revisionare la mia macchina, lui doveva cambiare l’olio del bmw, l’ho trovato triste, smagrito, anche un po’ trasandato. La scomparsa di sua moglie l’ha trasformato ed è per quello che ho accettato il suo invito. Mi ha portato al cinema, proiezione del pomeriggio. Carta argento. Ho scelto io. Un film coreano, molto tenero e dolce. Poi siamo andati in pizzeria. Ha sempre pagato lui. Così quando mi ha riportato a casa, erano le venti circa, gli ho chiesto se voleva salire. Beh tu non ci crederai ma mi ha risposto: “Non dobbiamo avere fretta, c’è tempo. Voglio rispettarti”.

Un vero signore.

 

botero, federico da montefeltro, firenze, medici, rinascimento, man, uomo

 

Quella stronza della culona moldava ha voluto anche i 30 euro per quel mezzo bocchino che mi ha fatto e se devo essere sincero lavora meglio la cinese con la lingua. Poi vuoi mettere? Quella ha 40 anni, gli occhi a mandorla 26. Non c’è paragone. Dici bene tu, ma non è mica facile trovarne una di questi tempi senza contare che quelle dell’est lo fanno svogliatamente mentre le asiatiche ci mettono la passione e devo ammettere che conta vedere la voglia di una donna. Oddio, conta soprattutto la pillolina ma anche sentire il desiderio di una donna solletica. E poi la Cin ciu eh ha delle amiche che per 5 euro fanno tutto ed è tutta carne fresca e allegra. Non crederai che io mi fermi solo perché sono arrivato ai 68 anni? Fin che posso io lo uso e quando non funzionerà più, almeno posso dire che che me a l’ho druaà! Ahhh la professoressa? Si, una personcina per bene, introdotta in ottimi ambienti, un po’ troppo pizzi e merletti per i miei gusti ma un’ottima donna di casa. Avrei risolto il problema del lavare e dello stirare, l’ordine in casa e, perché no, sento la nostalgia di certi pranzetti casalinghi come quelli che facevo con mia moglie, poveretta. Perché lo sai anche tu che io sono sempre tornato a casa. Va bene, scopavo in giro ma la sera tornavo sempre nel letto con mia moglie. Quello mi manca, lo ammetto. Ma per favore non posso proprio andare a letto con la prof. Ha 64 anni, cazzo! Chi ha il coraggio di metterglielo dentro? Dovrei lavorare troppo con la fantasia e immaginarmi il culetto voglioso della Wuang. Se la professoressa vedova e vogliosa ha delle idee in quel senso, beh che se le faccia passare che a me piace solo la carne fresca e non quella troppo frollata! Capisci bene che questo non potevo dirglielo e me la sono cavata con la balla del rispetto e del saper aspettare. Ma quante ne bevono le donne?

 

 

 

 

 

 

 

HEAVEN

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Sinceramente avrei preferito trascorrere la giornata di oggi in casa seduta sulla mia poltrona preferita a guardarmi la tv dopo aver dato una scorsa ai giornali, ma in casa c’era fibrillazione. Hanno prenotato il ristorante, chiamato una valanga di cugini, nipoti, figli di cugini e figli di secondo letto. Sono arrivati cesti di fiori con imbarazzanti biglietti d’auguri. Quella scorbutica della portiera mi ha portato una primula gialla ed apprezzo lo sforzo. Mi hanno svegliato alle 6 e io detesto da sempre le levatacce e come se non bastasse mi hanno obbligata a farmi la doccia come se non sapessero che ogni mattina assolvo queste elementari abluzioni corporali anche senza il loro aiuto, poi sono andate attorno al mio armadio, quello in noce comprato quando mi sposai 70 anni fa: lo scegliemmo insieme, io e il mio Peppo, anche se costava tanto ma lo pagammo fino all’ultima lira e non ce ne siamo mai separati.  In quell’armadio c’è ancora un suo paio di pantaloni, il resto lo diedi alla Caritas ma quelle braghe da lavoro non le ho mai volute lasciare, raccontavano troppo di noi. 

Vuoi proprio che te lo dica? Va bene. Non è tanto invecchiare che mi da fastidio quanto il modo con cui le persone si approcciano a te quando scoprono che ho 90 anni.

Di solito iniziano con una trasformazione della mimica facciale che si modifica da uno stato lievemente alterato ad una smorfia di finto stupore meravigliato seguito da un campionario di gridolini che vanno dal ohhhh , ma daiiiiiii, nooooo a cui seguono frasi del tipo: ma non ci posso credere, al massimo te ne danno 50, io non ci arriverò mai alla tua età, a te chi ti ammazza e via dicendo. Vogliamo anche parlare del tono di voce che usano? Perché non si limitano a dire stronzate con il tono pacato adatto a civili conversazioni. No. Devono per forza urlarti queste stupidaggini nelle orecchie scandendo sillaba dopo sillaba quasi fossi sorda o peggio non capissi il significato delle inutili parole che pronunciano.

E adesso che stanno mangiando come una mandria di mufloni che ha attraversato le praterie coast to coast, si , adesso che sta entrando la mia torta con le 90 candeline canoniche e iniziano a cantare tanti auguri a te, proprio adesso mentre i tappi dello champagne saltano e l’orchestrina inizia a suonare

Heaven, I’m in Heaven,
And my heart beats so that I can hardly speak;
And I seem to find the happiness I seek
When we’re out together dancing, cheek to cheek.
Heaven, I’m in Heaven,
And the cares that hung around me thro’ the week
Seem to vanish like a gambler’s lucky streak
When we’re out together dancing, cheek to cheek.
Oh! I love to climb a mountain,
And to reach the highest peak,
But it doesn’t thrill me half as much
As dancing cheek to cheek.

vuoi vedere che vi pianto in asso?

Si, Peppo, la ballo ancora una volta con te.

COCCOLE

 

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Dai puccino vieni qui che ti faccio i grattini, qui vicino a me sul divano. Ecco bravo stendi i piedini che io ti aggiusto i cuscini. La vuoi la copertina? No? Fa caldo? Metti la copertina lo stesso sul pancino che poi ti viene la cagarella e devi scappare in bagno. E invece così tu hai la tua bella pancina calda calda e non scappi in bagno tra cinque minuti. E i cuscini? Ne vuoi un altro? Mettine un altro che poi io lo so che ti si muove la cervicale e mi diventi nervoso. E noi non vogliamo che il puccino ci diventi nervoso vero? Si, lo so che oggi è domenica e alla tv ci sono le partite ma io voglio che tu ti rilassi, per questo l’ho spenta e fatto partire il cd con i suoni delle balene dell’antartico in amore. Lasciati andare al dolce sciabordio dell’acqua mentre ti faccio i grattini in testa. Ti piacciono i grattini lo so, lo so, e so anche ti piace quando ti metto le dita tra i capelli e nelle orecchie e ti riempio di bacetti su quelle guanciotte piene perché io ti amo e non dimentico mai di comprarti tante pappe buone da mangiare: le lasagne della rosticceria Crisafulli, fammi vedere come ti piacciono le lasagne? Ecco, proprio questa bella faccetta mi fai quando ti metto lo stampo d’alluminio davanti e poi vogliamo parlare del pollo arrosto con le patatine fritte che vendono al discount? Ma che amore ha il mio passerone? Bacino subito alla tua passerottina che ti ama tanto tanto tanto che ti riempie di attenzioni e premure. Mangia, amore, il bignè alla crema, mangiane un altro e un altro e un altro su ingoia anche questo e piantala di strabuzzare gli occhi, no tesoro, non si parla con la bocca piena, tu mangia questi pasticcini che ho comprato pensando a te a quando te li avrei piantati in gola con tutto l’amore che posso.

 

 

INDENNIZZO

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Certo che mi ricordo di te. Quinta elementare, sezione C.

Eri seduta nel secondo banco e avevi l’astuccio di Barby.

Ma che sorpresa! Dopo tanti anni.

Su, niente complimenti, piuttosto te la ricordi la gita al Garda?

Voi stavate sedute dietro in fondo al pulmino e ridevate. La maestra che non vi ha neppure punito quando siete arrivate in ritardo al punto di ritrovo perché vi eravate comprate il gelato. C’eri tu, l’Ale, la Melly e, oddio, come si chiamava l’altra? Ah, si, ecco, la Jenny. Si, la Jenny la figlia del primario. Le più belle della scuola. Che bello vederti qui. In che ti posso aiutare? Certo, per tua figlia. Si, è un momento difficile per gli scultori. Ma te lo ricordi il tuo compleanno? Entrare in casa tua è stato meraviglioso. Avevate una casa così perfetta. Avevi tanti regali da scartare, li contai sai? Erano 14. Io non avevo mai visto tanti regali per una persona sola. Mia madre ti aveva preparato i baci di dama. Li aveva messi in un vassoio di carta e siccome non aveva la carta da regalo per incartarli li aveva avvolti in quella da pacchi.A noi li faceva solo a Pasqua ed era un avvenimento. Li prese tua madre i baci di dama e li portò in cucina. Apristi i regali ed erano stupendi ed io ero felice per te e orgogliosa dei miei baci di dama di mia madre che avrebbero portato con la torta.

Non arrivarono mai.

Adesso vorrei sapere che fine fecero. Li buttò nella spazzatura o li regalò alla vostra servitù?

Non lo sai vero?

Ti farò sapere per tua figlia, si, certo.

Adesso scusami. Ho da fare.

TRUEMAN

daca7ce265dfb508d9803711c7fe9811.jpgCome li si può classificare quelli che si bardano da ciclista e la domenica mattina cercano di smaltire i grassi accumulati durante la settimana? O si mettono capi in poliestere per cui senti il loro odore dopo una giornata di lavoro a tre chilometri di distanza?

Come definire quelli che indossano biancheria intima minuscola, abbigliamento con più di tre zip, berrettini da yachtman, catene d’oro e pantaloni alla pinocchietto?

Vogliamo schedare quelli che infilano magliette con scritte demenziali, pubblicizzano marche di birra e ci comunicano che “ I’ve been to Disneyland?

Bruciamo quelli che, dopo una vacanza in America, si bardano con collanine di perle Sioux o vanno in ufficio con stivali di raso dopo un viaggio in Indonesia?

Formiamo una lista di proscrizione per tutti quegli insicuri che devono mostrare l’etichetta del vestito, sia questo di Giorgio, di Miuccia, di Kevin?

Lui, il maschio, calza scarpe con la punta arrotolata, pantaloni, giacca, cravatta e camicie col collo tenuto fermo da due bottoncini. E ha lo sguardo e la voce ferma  mentre ti chiede: “Com’è andata?” Perché in te non cerca più la mamma da quando ha intuito che la mamma non sa niente di catene, bondage, indumenti bagnati e dell’uso più interessante di una videocamera collegata ad un videoregistratore.

RITRATTO

BOTERO NUDO CON SEDIA

E’ instabile come il tempo a primavera. Ha giornate cariche di pioggia che improvvisamente scendono a scrosci invadendo la vita degli altri e giornate luminose trasportate da un vento leggero che le brilla negli occhi.
E’ fragile come i vasetti di porcellana che colleziona piccoli gioielli posti su un ripiano che non spolvera mai perché non può essere lei a togliere la polvere del tempo dagli oggetti così come non riesce a farlo alle persone nei suoi ricordi. E la sua mente è piena di ricordi impolverati da cui spuntano, a tratti, dita che le scorrono sul corpo o labbra grigie che le baciano il collo teso.
Caparbiamente, come uno stambecco che non rinuncia a scalare una vetta per cercare cibo solo perché c’è una bufera di neve, deve raggiungere la cima per guardare il mondo, sola, senza rumori intorno. Allontanarsi è una necessità per vincere la paura della solitudine che però adora proprio come chi riesce ad innamorarsi del suo carnefice.
E’ inzuppata di dolcezza come un biscotto e come un biscotto si scioglie ogni volta che una voce, quella voce, la cerca, la vuole, la chiama, la imita, la porta verso altri percorsi della mente in cui incespica, si ferisce, senza rinunciare a strappare le ragnatele che le impediscono la nuova visuale che le appare davanti.
Deve aver amato molto e deve essere stata amata altrettanto in quel gioco di attivo-passivo che gli altri definiscono amore e che lei non ama definire ma vivere con la stessa passione e ogni volta dimenticando le lacrime precedenti, le scenate, i piatti rotti, le fughe e le riconciliazioni.
Ha fascino e non si svende conoscendo il suo valore.
E’ una donna. E’ diversa. E’ unica.
Irriproducibile.

CHECK-IN

BOTERO DONNA CON BORSA

Sul divano, il rotolone di Scotex-maxi vicino, annegavo nelle mie lacrime.
Non aveva usato giri di parole.
D’altra parte lei non era una da giri di parole ” Insieme a te non ci sto più”. Si, aveva usato proprio le stesse parole di quella canzone stronza come lei, per dirmi che non era più innamorata di me. E le aveva pronunciate con la stessa leggerezza con cui un giorno sgranava i piselli per farne colore per i suoi quadri astratti. ” Ti lascio Mirò  e mi tengo la macchina.” Ma che bontà. Mi lasci quel piscione di cane che ho mantenuto per 4 anni e in cambio ho ricevuto 3 morsi alla mano e la distruzione di tutti i cuscini di casa e ti prendi la mia auto?!? L’auto che ho appena finito di pagare con rate mensili da 100 euro per 21 anni perchè c’era anche il calcolo dell’inflazione? Donna dal cuore d’oro.
Lei diceva che era una creativa, che gli artisti sono fatti così. Io ho sempre avuto il sospetto che gli artisti fossero stronzi e basta e che quel comportamento strafottente di ogni altro sentimento che non fosse l’adorazione per loro denotasse la totale assenza di rispetto per chiunque non appartenesse alla loro categoria. Io, che avevo un normalissimo impiego presso un’agenzia di import-export, avevo il trattamento proprio di chi deve già essere felice per il solo motivo che la scelta è caduta sui miei occhi e con la dovuta sufficienza avevo l’obbligo del silenzio quando si argomentava di creatività. Eppure, quel giorno, l’innamoramento era scattato all’improvviso. Lei mi voleva e io non potevo sottrarmi. D’altra parte conoscete qualcuno che si sottragga ad una figa piazzata davanti al naso? Le dovevo appartenere come tutto ciò che le piaceva. Io le piacevo, io dovevo appartenere a lei. Per lei ho abbandonato la mia famiglia, le mie amicizie, la mia città e l’ho seguita con lo stesso istinto che guida le rondini verso la migrazione ma con un risultato diverso: dopo aver costruito il nido, lei aveva deciso di migrare ancora. E questa volta senza nessun peso da denunciare al check-in. Così, adesso, mi mangiavo patatine inacidite sul divano e non la smettevo di singhiozzare. “Sarà in aeroporto, adesso farà il controllo documenti, stronza, almeno ti bloccassero perché non hai bollato il passaporto. E se telefonassi e dicessi che c’è una bomba? Lei non partirebbe e tornerebbe a me, dove altro può andare? Le parlerei, le direi che la amo, che imparerò a fare il verde coi piselli, che le tirerò le tele, che mi iscriverò ad un corso di pittura creativa o, meglio, comprerò le dispense della DeAgostini così starò a casa con lei. Io e lei, io e lei, io e quella stronza che mi ha mollato e che adesso è apparsa aprendo la porta di casa, quella stronza che si getta sul divano baciandomi e singhiozzando mi dice: perdonami e dammi quelle patatine che a te fanno male.
Che ti vadano di traverso, stronza!