BAGNO

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Il bagno di casa era rivestito di piastrelle verdi piccolissime, come tessere di un mosaico.
La vasca bianca, enorme con i rubinetti in acciaio. Il tappo che la chiudeva era di una damigiana. Non c’erano bagnoschiuma, shampoo, sali da bagno o candele profumate, c’era una saponetta Camay che come tutte le saponette Camay, se non veniva usata quotidianamente si seccava, si aprivano dei solchi profondi fino a dividerla in due saponette Camay: un caso di partenogenesi.
Il sabato sera c’era il rito del bagno.
Mia madre apriva i rubinetti spogliava me e mio fratello che entravamo nella vasca.
Questa promiscuità non mi infastidiva come invece mi irritava dover dividere la mia sporcizia con la sporcizia di un altra persona.
L’odore che usciva da quella stanza era l’odore del calore, lo stesso che senti quando la pentola bolle e tu sollevi il coperchio per aggiungere il sale grosso.
Si usciva dalla vasca quando i polpastrelli delle mani si incartapecorivano ed il gioco era spaventarsi con quelle dita vecchie che contrastavano con la freschezza dei corpi.
Hai mai provato a metterti le mani davanti al viso e serrare forte le dita per poi aprire gli occhi in quel buio artificiale? Erano gli” Occhi del Diavolo” quelli che vedevo e ridevo perchè li potevo far scomparire in qualsiasi momento.
Negli anni ho portato le mani al viso molte volte senza che i mostri se ne andassero.
Il bagno era finito.
La maglia di lana che pizzicava la pelle ancora umida era appoggiata al termosifone per tenerla calda, unica delicatezza di una madre frettolosa che aggiungeva borotalco Roberts alla pelle pulita e bagnata, quasi ad annullare tutto il lavoro fatto prima.
Non mi sono mai sentita pulita.

BAGNOultima modifica: 2003-08-26T03:20:00+02:00da notimetolose@v
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5 pensieri su “BAGNO

  1. no, no, lasciamo che il vitello termini i suoi giorni tranquillamente in un prato :-). è già passata. come un temporale. e ora c’è profumo di pulito nell’aria ed energia che saetta qui e la. buona giornata! :-*

  2. Come mi ci ritrovo… solo che a differenza di una vasca, lucida e bianca …era un enorme catino di alluminio stagnato, che una volta finito quel rito..che si ripeteva ogni domenica mattina, prima di essere spediti alla Messa con mio fratello appunto, ben bene ripulito .serviva , almeno nei mesi d’estate a tener l’acqua pulita ..era l’unica riserva..la CREA..la siccità è un problema annoso nelle città del centro e l’org. di competenza allora, guarda che strano il nome…,l’acqu a, la distribuiva a intermittenza

  3. e così anche tu sei stata costretta a dividere l’acqua con tuo fratello. Per fortuna poi sono diventata grande e mia madre ha deciso che era ora di separarci (temeva forse un amplesso incestuoso?) Da allora mi sono chiusa dentro la stanza a chiave, e mi assaporavo quel piccolo ritaglio di tempoi in totale privacy. Mi portavo anche la musica. La mi isola di Robinson a tempo. Pensare che ora sono costretta a fare una triste doccia veloce perche’ occorre sempre del tempo, si e’ sempre senza tempo. Tutti a rincorrere il tempo che non basta mai. Io ho una necessita’ fisica di leggere, di informarmi, di perdermi in altri mondi. Sono costretta a ritagliare tempo in ogni cosa hce faccio, per potermi assicurare quelle 3 ore almeno al giorno di sana lettura. E ora ci vogliono anche aumentare l’eta’ pensionabile! Sto pensando di far fuori due tre persone per il bene dell’umanita’ e godermi il carcere!

  4. Ho un atroce sospetto…. Sei per caso una mia sorella??? Riconosco in te una parte della mia vita. La vasca era per caso sbeccata in un angolo? E la mamma ti guardava con occhi truci se non ti passavi la camay due volte? E il fratello era grasso??? dai confessa, quale delle tre sorelle squinternate sei?

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