MALAMORE

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Iniziò con una lacrima silenziosa che le scivolò sul naso fino a raggiungere la punta per poi cadere sul libretto delle orazioni.

Nessuno si preoccupò: era normale esternare l’emozione, date le circostanze.

I singhiozzi iniziarono subito dopo la seconda lettura. Erano sommessi, quasi impercettibili.

Da dietro qualcuno le allungò un fazzoletto. Se lo vide apparire davanti e senza neppure girare il capo per ringraziare, lo afferrò con rabbia e se lo portò al naso.

Sentì un braccio cingerle le spalle e con stizza se lo scollò di dosso.

All’elevazione anche quelli dell’altra navata sentivano distintamente quel pianto che si era aperto senza ritegno. Ai singhiozzi, ormai inarrestabili, si erano aggiunti suoni di non facile identificazione ma che facevano intuire una grande mancanza d’ossigeno.

La signora Carla, donna pia e compassionevole iniziò a dare segni di fastidio. ” Che qualcuno la porti fuori, è uno spettacolo indecoroso”.

Purtroppo nessuno ebbe il coraggio di compiere quel gesto pietoso.

Allo scambio delle fedi nuziali la tragedia.

Guardando di sguincio il fratello che andava sposo a quella stronza senza patrimonio e senza titoli contaminando la casata, il pianto si fece dirotto, il prete si interruppe e la misera urlò contro il cielo parole che mai una ragazza di buona famiglia avrebbe potuto conoscere. Poi svenne.

Ancora oggi la cognata ha il terrore di alzare la cornetta del telefono.

Sa che c’è sempre un’anima candida che non rifiuta una telefonata ad una paziente rinchiusa che vuole parlare col fratello lontano.