AVVOLTOI

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I telegiornali lo hanno ripetuto fino alla nausea: non andate nelle zone terremotate durante questo fine settimane per non ostacolare i soccorsi ma lui è partito e col tesserino del giornalista  non ha avuto difficoltà nel raggiungere la meta ed eccolo li, il grande reporter, sulla passeggiata a mare a fare jogging con l’ipod ficcato dentro alle orecchie per non pensare, per godersi questa primavera tiepida  pensando alla forma, agli addominali, al ciuffo sudato da spostare di lato con un colpo secco della nuca. Per l’articolo c’è tempo. Mica gliel’ha imposto nessuno di andare nei luoghi terremotati. Ma sai che figo sbattere in faccia al caporedattore un articolo sul sisma? Sarebbe inutile salire fino in montagna: quello che può , quello che deve scrivere lo può fare benissimo da qui, al sicuro. La prima linea non fa per lui non sia mai che la polvere di cemento gli imbianchi la zazzera che gli scende elegantemente sugli occhi e che sposta con un gesto sapiente ripetuto mille volte davanti ad uno specchio.  Ma doveva almeno fingere di esserci dunque godiamocela qui, sul mare. In albergo imbastirà un pezzo di colore ascoltando la tv, chiacchierando davanti ad un mojito con la signora milanese che “sa avevo prenotato da tempo e poi vuol mettere l’emozione di dire alle amiche io c’ero?” Ascolterà la massaggiatrice del centro benessere interno all’albergo raccontare di una lontana parente di una sua seconda cugina che ha un’amica morta sotto le macerie e riporterà la sua vita con quel palpito che provocherà una stretta al cuore e una lacrima alla parrucchiera di sua moglie.

H3K4me3

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Lo vedo in tv ritirare il premio.

Ha indossato uno smoking.

Devo ammettere che gli sta bene.

Sorride ai fotografi.

La dentiera nuova fa la sua bella figura.

I capelli immacolati gli conferiscono l’aria che la stampa si aspetta da uno scienziato e lui recita la parte alla perfezione.

Alla stampa non interessa conoscere la formula e lui neanche la cita ma racconta della fatica, delle ore insonni, degli studi. Omette il come sia arrivato a presiedere l’ente di ricerca, ma è solo un particolare insignificante che sia il fratello di monsieur le President com’è privo di ogni interesse per i giornalisti sapere che la sua laurea in scienze della comunicazione con specializzazione in “Il cinema anni ‘70”, una doccia nel primo tempo, una doccia nel secondo, non ha niente a che vedere con la genetica, con le staminali, con la clonazione terapeutica e con le biotecnologie.

Mi sembra giusto che citi suo padre,buonanima, nei ringraziamenti e si scordi completamente di Lucia, Stefano, Enrico, Francesco, Luca, Elettra, di me e della nostra paga di 500 euro al mese.

Ma come si permette quel giornalista di fargli una domanda tecnica? “Attraverso quali procedimenti si è potuto scoprire che l’H3K4me3 trasporta le istruzioni genetiche in grado di moltiplicare le cellule stesse”? Ma dico è una domanda da fare a lui?

Suda poveretto.

Sbianca.

Cazzo.

E’ sotto attacco.

Ma possibile che tra i tanti luminari presenti non si accorga nessuno?

Preme sul petto.

Casca.

Non lo inquadrano più.

Gente che chiama coi telefonini, che urla, uno ha la commozione negli occhi una signora si tappa la bocca con la mano, ma non uno, non uno, che gli faccia il massaggio cardiaco tra i 16 primari che ho contato alla cerimonia.

Adesso mi aspetto che sia nominato presidente dell’Ente un geometra di Vibo Valentia protetto dall’onorevole Plutino.

Almeno scoprirà perché le condutture del cesso del laboratorio s’intoppano sempre quando le ragazze giurano che non ci hanno mai buttato i loro assorbenti.