AVVOLTOI

terremoto.jpg

I telegiornali lo hanno ripetuto fino alla nausea: non andate nelle zone terremotate durante questo fine settimane per non ostacolare i soccorsi ma lui è partito e col tesserino del giornalista  non ha avuto difficoltà nel raggiungere la meta ed eccolo li, il grande reporter, sulla passeggiata a mare a fare jogging con l’ipod ficcato dentro alle orecchie per non pensare, per godersi questa primavera tiepida  pensando alla forma, agli addominali, al ciuffo sudato da spostare di lato con un colpo secco della nuca. Per l’articolo c’è tempo. Mica gliel’ha imposto nessuno di andare nei luoghi terremotati. Ma sai che figo sbattere in faccia al caporedattore un articolo sul sisma? Sarebbe inutile salire fino in montagna: quello che può , quello che deve scrivere lo può fare benissimo da qui, al sicuro. La prima linea non fa per lui non sia mai che la polvere di cemento gli imbianchi la zazzera che gli scende elegantemente sugli occhi e che sposta con un gesto sapiente ripetuto mille volte davanti ad uno specchio.  Ma doveva almeno fingere di esserci dunque godiamocela qui, sul mare. In albergo imbastirà un pezzo di colore ascoltando la tv, chiacchierando davanti ad un mojito con la signora milanese che “sa avevo prenotato da tempo e poi vuol mettere l’emozione di dire alle amiche io c’ero?” Ascolterà la massaggiatrice del centro benessere interno all’albergo raccontare di una lontana parente di una sua seconda cugina che ha un’amica morta sotto le macerie e riporterà la sua vita con quel palpito che provocherà una stretta al cuore e una lacrima alla parrucchiera di sua moglie.