PUTTANA

15a943e2fbe61f6e31e13867ea548e96.jpg

Mi hai chiamato puttana.
Mi hai tirato i capelli e buttata sul letto.
Mi hai preso il viso tra le tue mani grandi e il tuo viso si è avvicinato troppo al mio per permettermi di sbagliare la mira. Lo sputo ti ha investito in piena faccia ma non hai lasciato la presa, non ti sei pulito il volto.La mia saliva scendeva dalla tua guancia destra incanalandosi nella ruga che hai al lato della bocca. Non avevano più importanza le tue fughe, le tue assense, il continuo mendicare a cui mi costringi. Hai incollato le tue labbra alle mie, sentivo i tuoi denti e la tua lingua che mi entrava in gola soffocandomi mentre mi strizzavi i capezzoli con le dita. Hai iniziato a mordermi. Non avevi tempo di togliermi le mutande e ti è bastato spostarle per riuscire a entrare nella mia figa. Ho sentito la carne allargarsi, faceva male, non ero pronta, ero spaventata ma ti volevo. Volevo che mi scopassi, che usassi il mio corpo per sfogare il dolore che ti avevo provocato. Mi piaceva che tu mi considerassi un buco in cui entrare ed uscire senza interessarti se e quanto io provassi piacere. Doveva esistere solo il tuo orgasmo, la tua “petit mort”, il tuo svuotarti per riempirmi del tuo sperma. Sei venuto con un lamento triste e io non ho avuto il coraggio di toccarti ma avrei voluto che rimanessi dentro di me fino a sentire di nuovo il tuo cazzo gonfiarsi e premere alle pareti del mio sesso, invece te lo sei pulito nel lenzuolo, hai chiuso la lampo e hai detto:- Sei solo una puttana –

Hai imparato ad accettare i miei silenzi ma dentro di te rimane la paura dei miei pensieri.