ASCOLTAMI

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Ci passavo i pomeriggi estivi osservando il viavai delle formiche: ne adocchiavo una, una a caso, e la seguivo, novella zoologa, fino a vederla scomparire. Allora armata di alcool bruciavo l’ammasso nero che smetteva di correre e godevo delle fiamme ,dele calde lingue di fuoco unite alla calura estiva. Mi domando perchè mi scavo dentro con te, perchè fai riemergere lontani ricordi che si portano sul groppone una infanzia beata, quasi a voler sbeffeggiarmi di una maturità complessa. In questa epoca bizzarra, dove plaudono alla affermazione amo più gli animali delle persone, io, in controtendenza affermo: amo gli esseri umani più delle bestie. Ed anche in questo mi trovo spaesata, poco politicaly correct, ma chi se ne frega. Vivo il mio diritto di cercare rapporti umani e non bestiali. Potra’ mai un pesce rosso o una tartaruga marina darmi il suono di una viola o tempestarmi il cuore come puo’ fare l’arroganza di un pianoforte? Ma è con un altro racconto che ti voglio abbracciare. E’ un sogno invernale, che mi sono portata dentro per tanto tempo. C’è la guerra, ci sono i tedeschi, alti biondi, parlano un linguaggio duro, la loro lingua non è dolce ma sono belli con le loro divise nere. Ci fanno allineare in casa davanti al termosifone Vedo mio padre, mia madre le mie sorelle i miei fratelli mia nonna mio nonno e vedo me che li fisso Hanno le armi c’è odore di maschio in casa, un odore forte di selvatico di sudore rappreso un odore sgradevole No, non potete ucciderli tutti Esco io dalla fila e mi immolo per gli altri Rimando sconvolta soltanto dal particolare che non sento voci che mi trattengano Mi mandano a morire, ma non apprezzano il mio sacrificio. Almeno Abramo e Isacco di biblica memoria sono passati alla storia. Di me non rimarra’ che un estremo sacrificio per salvare una famiglia spaccata dall’odio in cui è inutile la mia presenza e dunque che sia fatta la sua volonta’ .