CONSEGUENZE

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Oggi compio 18 anni ma non ci sarà nessuna festa.

L’unico regalo sarà quello di mia madre: una maglietta comprata nel negozio Benetton 012 di via Santo Spirito.

Il mio corpo ha smesso di crescere il 23 aprile di quattro anni fa. Il mio viso non è invecchiato, solo i miei capelli sono cambiati, sono diventati bianchi.

E ho smesso di camminare.

Dicono che passerà ma per ora mi muovo con la sedia a rotelle.

Entrò come una furia. Ricordo soltanto che aveva il braccio steso contro di noi e la mano impugnava una pistola. Io vedevo solo la canna ma le urla, si, quelle le sentivo. Imprecava contro suo marito e usava parole terribili che mi rintronavano nella testa mentre cercavo di coprirmi con il lenzuolo ma lui lo tirava dalla sua parte perché anche lui voleva coprirsi e trovai ridicolo quel tira e molla di stoffa che finiva  lasciandoci entrambi nudi. Poi ha sparato. Piangeva mentre sparava e la mano le tremava, forse per quello non l’ha centrato al primo colpo ma solo al terzo. Io avevo smesso di urlare da un pezzo, me ne stavo con gli occhi sbarrati guardando il buco della canna della pistola. Poi qualcosa mi colpì la faccia. Erano schizzi di sangue. Volevo urlare ma non ne ero più capace così mi girai verso Gregorio per chiedergli aiuto e incrociai i suoi occhi sbarrati mentre un rivolo di sangue gli scendeva lento dalla testa. Poi quella donna si mise a piangere e io mi alzai, raccolsi le mie mutande, il vestito, mi misi le scarpe e presi la cartella. La pulii da altri schizzi che ci erano finiti sopra. Non potevo rientrare a casa in quelle condizioni, mia madre si sarebbe accorta che qualcosa non funzionava e io non avrei saputo rispondere a nessuna domanda se non che amavo Gregorio da sempre, da quando entrando in classe mi allungò l’astuccio che era caduto sfiorandomi la mano.  “ Anche io ho un figlio che guarda Dragon Ball, andremo d’accordo”.