GROPPO

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Ci sono dei magoni che non se ne vanno.

Come un tampone ficcato nella gola.

Ci provi, a farli uscire. Urlando per poi accorgerti che non ne sei più capace.

Allora ti metti d’impegno a pensare ad altro.

Per 10 minuti.

” Oddio, chiedo solo 10 minuti di tregua dal dolore, chiedo troppo? “

Si, evidentemente chiedo troppo perché rispunta e gli occhi iniziano a brillare le labbra a serrarsi e spuntano quelle due rughe tra le sopraciglia quelle dello sguardo severo.

Perché non si deve piangere.

Per quale stupido motivo non si deve piangere?

” Perché sei grande, matura, perché riesci ad elaborare qualsiasi dolore, datti tempo”.

Balle.

Il tempo non fa dimenticare, il tempo ingigantisce, il tempo copre con una polvere troppo sottile per non volare appena si sbattono le ciglia, il tempo io non ce l’ho e non so dove comprarlo. I soldi non sono un problema, li ho, li posso trovare, me li presterebbero ma non servono.

Serve l’accettazione.

Serve una resa senza condizioni e non sono pronta. No, Dio, non sono pronta. Per cui adesso tu aspetti. Aspetti e mi aiuti a superare gli scogli perchè il mare lo voglio vedere, voglio vedere il mare in tempesta, quello che mi fa paura e da cui scappo rintanandomi sotto la barca, voglio riuscire a superare l’onda buona, voglio sporcarmi la bocca di sale, voglio sentire che vivo ancora per poterti sorridere mentre ti dico ” Ce l’abbiamo fatta”.