CRASI

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C’era una corriera stipata di uomini.

Lui ne aveva 15, le gambe secche e i capelli col taglio all’umberta e con lui c’era Chicco sempre affamato di donne e di pane, che poi era la stessa cosa. E poi ancora Franchino e Romano il muto e al “Nadar” per quel modo strambo che aveva di camminare

C’era una corriera stipata di uomini stanchi che voleva soltanto tornare a casa.

Poi  c’era il sole quella mattina quando decisero di andare dall’Imelda la casara per convincerla a  dare a loro le croste del grana. Il prevosto avrebbe potuto aspettare il giorno seguente, la loro pancia no. Chicco l’avrebbe abbracciata sperando che quel donnone avesse ceduto alle lusinghe e si fosse lasciata baciare, lui avrebbe suonato l’armonica per invogliarla alla danza e per creare l’atmosfera e Franchino, il magro, con gesto abile e repentino avrebbe approfittato della situazione per sottrarle il formaggio.

C’era una corriera stipata di uomini stanchi che voleva solo attraversare il Po.

 

Iniziò a cantare “Suona solo per me,o violino tzigano. Forse pensi anche tu a un amore, laggiù sotto un cielo lontan….” E subito gli altri gli andarono dietro  mimando lo strumento e le fattezze di una donna immaginata. Fu allora che il suo sguardo incontrò quello di un uomo seduto dietro il finestrino di una corriera, il bavero alzato, il freddo negli occhi. La strofa gli rimase impigliata in gola.

 

C’era una corriera stipata di uomini stanchi che voleva solo dimenticare.

 

Non  aveva più quindici anni  quando riprese la strada e non gli interessava più la crosta del formaggio. Solo Chicco capì, ma Chicco era il figlio di un comunista.

 

C’è una corriera sepolta da qualche parte stipata di uomini morti.