TEATRO

Immagina una vecchia autorimessa dimessa, immagina che sia stata trasformata in teatro sperimentale, immagina con un ultimo sforzo che 2 ragazze entrino, paghino un biglietto da €10 e si mettano a mangiucchiare patatine rancide e bibite svanite offerte dalla compagnia prima dell’inizio dello spettacolo. Le due sciagurate sono arrivate con un anticipo sgradevole e iniziano a imbottirsi di porcherie creando disgusto negli occhi degli altri spettatori che lentamente arrivano.
Ecco, dovrebbe iniziare ci sono una trentina di persone in attesa, si, c’è del movimento, gente che muove le sedie, alcuni si siedono, noi rimaniamo a difesa dei pop corn, in fondo.
No, non è vero, ditemi che non è vero. C’è un dibattito prima dell’inizio della rappresentazione. Non me lo voglio perdere e con aria intelligente, la migliore che riesco a mimare, guadagno la prima fila con le briciole dei salatini sulla sciarpa.

L’autrice del testo che si rappresenterà sta delirando solleticata da 2 giovani giornalisti o presunti tali che la stanno adulando in modo imbarazzante. Se continuano ancora per un po’ credo di vedere il nobel della letteratura che parla della sua opera omnia. Poi le domande: una signora bardata in nero elabora una domanda destabilizzante: inizia con una antefatto che pone le basi della sua cultura prosegue spaziando dalla filosofia al senso della vita con una lieve citazione dantesca finale. Mi ha ucciso.
A quel punto scossa da una gomitata dell’amica mi alzo: hanno aperto le porte del luogo dove si compirà il delitto.
Con una scenografia degna di Ronconi inizia una soap opera dove lei, la madre, è segretamente innamorata del figlio del marito e soffre delle decisione dello stesso su cui non può intervenire tutta presa da amiche svanite che la trascinano a ciarlare con una giornalista ridicola con smanie femministe. Nel finale muoiono tutti.
Perché non ho mai il coraggio di dire che uno spettacolo fa schifo quando fa schifo? Perché sfuggo gli sguardi speranzosi di un mio commento positivo? Perché non so guardare gli occhi luminosi di amici e parenti che mi chiedono un’opinione?
Perché in fondo, ma in fondo in fondo, sono buona.

TEATROultima modifica: 2003-11-24T16:12:35+01:00da notimetolose@v
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25 pensieri su “TEATRO

  1. Immagina di non essere a teatro e spettatrice della vita quotidiana ti poni le stesse domande. Saluto ironica e spettacolosa Noti.

  2. Dev’essere un angelo moooolto muscoloso…non è ke me lo faresti conoscere???eh eh…SBAAAANG,c acchio il mio moroso mi ha appena tirato un cazzotto virtuale…ahia !!

  3. E da quando si va a teatro alternativo senza la consueta provvista di verdure rancide e uova andate a male? Cosa è successo a quella bella tradizione? 🙂

    The Swordman

  4. la signora in nero era mughini? (ilbal che ti ha appena risposto sulla mail di scorta, l’unica che gli hai concesso) (madonna quanto mi piace fare la vittima)

  5. I Maori erano abbastanza tranquilli in termini di guerra fino a conoscere i meravigliosamen te civili europei, facevano un pò come gli indiani d’america, molta scena e poco sangue. Dopo sono diventati rinomanti per la furia in battaglia, gli inglesi li facevano ubriacare prima di scatenarli contro le trincee nemiche nella WWI e li riempivano di simpamina nella WWII. Io maori? Magari. Forse sentirei di appartenere a qualcosa.

    The Swordman

  6. Sei molto, molto buona come d’altronde può essere un fiume che va al mare per rinfrescarne le acque.(non ci fare caso, ho appena preso un aperitivo e l’idea di te che ti sorbisci la soap- tragedia greca mi fa divertire)

  7. Noti non solo sei buona molto in fondo come ti definisci, secondo me devi essere unica nei rapporti con gli altri, che infonde calore alle persone, quelle che ti leggono e quelle soprattutto che ti conoscono. La stretta di mano nelle amicizie non va mai mollata nei momenti belli ma soprattutto in quelli neri. Un abbraccio e buona serata.

  8. Solo in fondo in fondo ..sei buona?…ma scherzi? Sei talmente tanta buona che non si riesce a vedere il fondo della tua bontà. 🙂 Un bacione grande grande. Tnt

  9. Sarà che ho iniziato scrivendo per il teatro, ma quando qualcuno mi propone di andare a teatro, rabbrividisco. Il teatro è morto! L’ultima cosa che ho visto, aveva l’ormai vecchia struttura da teatro off: due attori a colloquio, due ‘fuori campo’ con leggio davanti (e quando leggono gli altri sono straniati), e una sorpresa in mezzo al pubblico. Insomma: due palle!

  10. sei così buona che andrai all’inferno, per fortuna, e ci potremo incontrare e scambiare le ricette, o forse pure le password… comunque sono ancora qui a rimuginare sui verbi deponenti… quasi uccisa dal calibro del complimento (ma chissà perché dei deponenti ho sempre pensato a quello: che hanno DEPOSTO la declinazione attiva… qui ci vuole un’analisi freudiana della grammatica…)( e comunque insisto: tu sei un avverbio di modo, e non so immaginare di meglio…)

  11. ah, quanto al teatro: è esattamente come la vita: tutto un agitarsi, tutta una favola – anzi una pièce – raccontata da un idiota , tutta strepito e furia, e che non significa nulla… e poi muoiono tutti, e quelli che restano non sanno cosa dire, e si sentono cattivi, o forse buoni, per questo… ma tu sei imbattibile nelle metafore, noti del mio cuore…

  12. ecco quello che ci frega: la bontà, quella vigliacca virtù che per il bene altrui ci porta a mentire, a camuffare la nostra espressione di disgusto in una di innaturale assenso. è che agli altri va bene così. loro, gli altri non si preoccupano di quell’espressi one di plastica. noi le cattive ribelli sedotte dal nostro buon senso che ci ci capita di trovarci con quella maschera tirata che strappiamo con rabbia. baci

  13. hei! così i miei animali sembrano bestie! Il porco funziona bene, altrimenti chi me lo fa fare a tenermelo, me ne cerco un altro e bon. e tu sei brava a fare la buonina, con me no eh? pure il cervello lobotomizzato da un tarlo sigh sigh

  14. Secondo me è tutta colpa del retaggio culturale cattolico che ci portiamo sul groppone anche se siamo atei fino al midollo…C’è sempre qualcosa che tira il freno a mano alla parte istintiva (e mai come in questo caso) sana che, invece di emergere con un giudizio liberatorio tace e si raggomitola buona buona in un angolino fino a che gli sguardi speranzosi di un tuo giudizio, finalmente, si volgono altrove…Vicev ersa ti sentiresti probabilmente in colpa nel dire la verità. Bisognerebbe affrancarsi da questo e riuscire a dire sempre una verità sgradita…ma dirla nel modo giusto. Cmq sei troppo forte! Ciao 😀

  15. Ti sei guadagnata il mio personale Nobel per la pace.
    Credo che al tuo posto avrei sbottato un commento non dissimile da quello dato per una certa corazzata…beh almeno avrei guadagnato 15 min di applausi…:)

  16. Di te, noti, credo d’aver capito qualche cosa, ma mica di importante che possa sottrarti al tuo andamento esistenziale a tentoni, quel che ho capito credo che abbia a che fare col tuo lavoro, perchè tu in quel garage puoi esserci andata solo in virtù del lavoro. Se no perchè sottoporti allo strazio del conforto coatto ad autori e attori? Anche fossero stati parenti e amici, se dal tuo parere illustre si aspettavano qualcosa vorrà pur dir qualcosa, o no?

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