APPAGAMENTO

 

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Sei stato cattivo. Molto cattivo. Cosa ci devo fare con te adesso? Che punizione ti devo infliggere. E tieni la testa bassa. Non ti azzardare a guardarmi negli occhi. Non ne sei degno. Se proprio vuoi puoi leccarmi i tacchi. Ecco così. Ah, mentre se a terra a quattro zampe dai una leccatina anche agli angoli del pavimento che non riesco mai a pulire bene con l’aspirapolvere. Se sei bravo nel lavoro ti abbasso la cerniera della tutina in lattex e ti ci infili il vibratore, quello piccolo. Non guaire sai. Stai sottomesso. Ho detto quello piccolo. Con quello grosso godresti subito. Su. Al lavoro. E sbrigati che poi dobbiamo uscire e ti devo anche mettere le pinzette sui capezzoli ed è un lavoro lungo perché non stai mai fermo. Stavolta se non stai immobile vuoi vedere che ti lascio a casa attaccato al sospensorio a testa in giù? Potrei anche frustarti sul culo anzi no. Ti faccio frustare da Luigi. Lo so che sei geloso di Luigi e che non ti piace. E non guaire sai. Se voglio farti frustare da lui lo faccio e non mi interessa se preferisci la mia mano. Ecco, si così. Leccamela. Goloso. Lo so che ti piace succhiarmi le dita. Si, grugnisci come un maiale che mi piace. E se hai sete vai a bere nella tazza del cesso. Non ho tempo di riempirti la ciotola. Che fai?!?! Me l’annusi?!??! Ma come ti permetti? A te neanche in foto la farei vedere. Tienilo moscio che vedertelo duro mi fa schifo. E adesso alza la faccia e solleva la maschera che ti sputo in faccia. Voglio che la mia saliva ti scenda dalla guancia fino alla tua bocca, voglio che la lecchi e ti rimetta la maschera e te ne vada nel tuo angolo legato al termosifone. Stasera starai a casa. Perché? Perché mi va così.