DECANO

427582593.jpg

 

L’arroganza dell’intelligenza porta a questi risultati.

E così si ritrova solo dopo una vita trascorsa ad insegnare a studenti che l’hanno rispettato solo per il timore di una valutazione negativa e non perché riconoscessero in lui l’educatore, il maestro di vita. Amava umiliare gli studenti non assumendosi la responsabilità delle sue mancanze.

Nessuno dei suoi colleghi è più andato a trovarlo dal giorno del pensionamento, liquidato con un lettore dvd che non ha mai imparato ad usare e che probabilmente gli è stato donato come ultimo sberleffo. Ma i professori,  si sa, sono burloni.

Pavido e meschino, si è sempre fatto scudo della sua età per ricevere rispetto senza capire che è dal confronto e dal dialogo che si può ottenere la stima degli altri.

Leggere non serve se le parole scritte non entrano in un cuore chiuso all’apprendimento. Certo, se ne può far sfoggio nelle serate mondane, sempre che ti invitino, perché persone così, non sono gradite tra la gente che conta davvero e che non ama essere criticata da un piccolo professore di lettere il cui regno si è scomposto senza rimpianto.

Invecchia male, il professore, pieno d’astio e invidia verso il mondo che non lo ha celebrato a dovere portando in trionfo scrittori che lui non ha saputo riconoscere per quella miopia che cresce solo ai pieni di se’.  Invecchia male rintanandosi in una cultura vecchia fatta di trafiletti letti sui giornali, recensioni aspre di giornalisti che come lui non apprezzano chi scommettette sulla propria pelle senza nascondersi. Invecchia male masticando rancore che sputa sulle scarpe di chi, inavvertitamente, gli si avvicina.

I vecchi sanno essere perfidi come bambini e come i bambini ora gioca da solo tra gli incubi dei suoi fallimenti come uomo.