LATTERIA

02b6847edd23ed7855001e0af4a93592.jpgLa chiamavano Giovannina del latte e dunque vendeva il latte. Sinceramente non so se il soprannome le fosse stato affibbiato per l’attività commerciale che aveva aperto nel dopoguerra o perché aveva due tette enormi su una statura che non superava il metro e un tappo.Quando dico che vendeva il latte, voglio proprio specificare che vendeva solo quello. Non era una latteria in cui trovavi anche altri generi di consumo escluso gli alcolici. Lei vendeva il latte da un litro o da mezzo litro. E basta.

Mia nonna, quella buona, era stata molto gelosa di lei, per via di quelle tette enormi che attiravano gli sguardi di tutto il genere maschile di età compresa tra l’adolescenza e la vecchiaia e quindi anche quelli di mio nonno.

 

La Giovannina del latte apriva bottega tutte le mattine che il Signore manda in terra, anche in quelle in cui la sua faccia aveva urtato spigoli di porte o ante di cassetti o era ruzzolata dalle scale. Succedeva spesso e dire che non era una donna distratta. E non era distratto neppure suo marito cui non sfuggivano quelle occhiate a sua moglie quando passava davanti all’osteria per andare in chiesa.

 

Chiuse bottega il tempo del requiem al marito poi si rimise dietro al bancone e li rimase per il resto della sua lunga vita, vestita di nero.

 

Le sue tette fecero sempre bella mostra di se.

 

Non avvizzirono mai.