FANS

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Non c’è gran che da raccontare sa. Non credo ne possa ricavare un articolo interessante e non perché io sia reticente a parlarne ma perché erano loro poco interessanti. Solo ora con la loro morte possono finalmente avere quel istante di notorietà che hanno sempre sognato nella vita. E mi presto volentieri a dedicar loro un momento ben comprendendo che anche questo attimo di celebrità, ancora una volta, lo ottengono per merito mio.
Se io non fossi, loro non sarebbero neppure stati.
Se vuole prendere nota, i fatti sono andati nel modo seguente: abitavamo nello stesso condominio ma non credo di averli mai incrociati, sentivo il pianto serale del loro figlioletto ma non ho mai protestato con l’amministratore proprio per non dover affrontare noiose discussioni. Conduco una vita molto riservata come può ben immaginare. Nonostante ciò un’immeritata fama mi fa essere conosciuto più di quanto vorrei. E come sempre capita alle persone a cui è toccata in sorte la notorietà oltre a gratificazioni economiche e celebrative spettano anche sentimenti umani come l’invidia, la gelosia, il tormento di squilibrati. Iniziarono a lasciarmi davanti alla porta di casa torte con gli auguri del Natale. Io prendevo a davo al gatto. Conduco una vita parca e mangio solo alimenti di cui conosco la provenienza. Un giorno lasciarono una poesia, illeggibile se mi permette la critica. I versi erano, se aspetta un attimo ho ancora il foglietto. Eccolo. Diceva:
“Nel cielo terso un sole malato
dilata
il mio dolore e il desiderio
delle tue mani sulla mia
bocca
morbida regala brividi
pensieri oscieni”.
Lo tengo perché lo porto come esempio di pessima poesia ai miei studenti. L’errore ortografico da’ già un’idea dei personaggi.
Da quel giorno fu un tormento continuo di racconti e poesie e scritture “alternative” accompagnate da torte che finivano a giorni alterni o nella spazzatura o nella bocca del gatto.
Io ho sempre ignorato e mai risposto fino al giorno in cui mi sottoposero questo: Un’invito e sono in cielo. Un’invito e la vita si trasforma. Un’invito e la dorazione sarà eterna.
Sotto ho scritto: Imparate l’italiano prima di disturbarmi ancora. Somari.
Lei crede sia stato il” somari “ a disturbarli inducendoli a compiere quel gesto?