ROAD

 

 

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Possibile che quando dobbiamo andare a trovare i miei io sia sempre pronta prima di te e ti debba aspettare? No, dillo, dillo che ti rompe dedicare un giorno alla mia famiglia. Non ti azzardare a fiatare e sali in macchina che guido io che faccio prima. Tu non conosci neanche la strada e dopo è un continuo chiedermi: “ Dove devo andare? Giro a destra o a sinistra? Che rampa prendo?” e io mi innervosisco perché penso che tu come al solito non fai mai niente per me, non ti sforzi minimamente di capirmi, di cercare di aiutarmi quando sono in difficoltà. E non dirmi che questo discorso non c’entra niente col resto, perché c’entra tutto. E io mi sento poco amata da te e ancor meno considerata e poi non parli mai, non mi racconti più niente, non condividi la tua vita con me e soprattutto ti sei scordato di tutte quelle attenzioni che piacciono ad una donna e che tu mi facevi prima. Sono stanca sai? Stanca. Zitto eh, non voglio sentire le solite scuse e non ciccare fuori dal posacenere che poi la macchina la devo pulire io. Ma sei scemo ad aprire il finestrino? La corrente mi arriva dritta in gola e non posso permettermi di ammalarmi. Comunque adesso quando arriviamo tu prendi i fiori e glieli dai chiedendole come sta. No! Non dirmi che non li hai comprati! Una cosa doveva fare, una, e non l’ha fatta. Ti presenti a mani vuote? Ma che uomo sei? Che pezzo di deficiente sei? Ma la tua testa contiene almeno un pensiero che non sia l’inter? E non alzare la radio che poi a me radio105 fa anche schifo, è volgare come te, insopportabile come te. Si. Adesso mi fermo. Mi fermo e tu scendi. Non ti voglio più vedere. E’ finita davvero. Me ne frego se siamo in autostrada, sono cazzi tuoi.

 

Tanto poi torna indietro e mi riprende. Torna., torna. No, non torna. Ma perchè si è incazzata?