MUSSULMANA

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Perché l’amore mica lo metti su dei binari. Va dove vuole, cerca occhi, mani, respiri.  Così sei arrivato.

 

Nel tuo paese eri un professore, insegnavi il corano in una madrasa ma non ti bastava. Il gruppo ti ha finanziato il viaggio e sei sbarcato sulla mia spiaggia.

 

Figlia di pescatori, allevata per trovarmi un marito e diventare sposa passavo le giornate disegnando figure sulla spiaggia fino al giorno in cui hai preso il bastone dalle mie mani e hai tracciato quei segni حافظ , حديث, حافظ  intrecciando le tue ciglia alle mie.

Ho indossato il velo, ti ho dato cinque figli in cinque anni, non frequento più la mia famiglia che non ha approvato la mia scelta ma piango pochissime volte.

Adesso, vedi, non scendono lacrime mentre ti denuncio ad un’ispettrice di polizia che dopo aver controllato i miei lividi mi ha abbracciato e passato un fazzoletto per togliermi il sangue dai capelli. Hai finito di battermi col bastone, di umiliarmi davanti ai miei figli e quell’amore che mi ha strozzato le urla in gola è finito quando i tuoi occhi sono diventati vetro.

Il velo l’ho tolto mentre correvo qui a denunciare te e i tuoi amici.

Non ho studiato, ma so distinguere il bene dal male.

Fareed, Raamiz, Samir, Basma, Nazaha sono al sicuro. Non voglio che i miei figli esplodano con l’asilo.

Loro non li imbottirai.

Nessun Dio lo permetterebbe.

Io non te lo permetto, brutto figlio di puttana.