8MARZO

 

botero.jpg

“So che tu mi seguiresti ovunque. In un campo di margherite  come su una piattaforma petrolifera nell’oceano indiano o per 4 ore seduta sulla poltrona di un teatro ascoltando Bernanos per poi riprendere la marcia verso volti sconosciuti e bocche piene di sorrisi stucchevoli o in ogni improbabile impresa in cui mi ficco ad occhi chiusi e a braccia spalancate, senza protezione se non quella di sapere che tu sei vicino a me anche quando cerco di sparare fuochi artificiali in giardino dimenticando la miccia. Mi seguiresti in ogni vita che mi invento travestendoti con me e ritoccandomi il trucco perché sia tutto perfetto agli occhi del mondo. Ma stasera ti chiedo per la prima volta di seguirmi davanti ad un altare e di lasciare che ti metta l’anello d’oro al dito giurandoti quell’amore per sempre per sempre per sempre, che mi hai fatto scoprire. Io, adesso, so che ti amo. Io voglio sposarti. Sposami”.

Questo avrei voluto sentirti dire, questo probabilmente avresti detto un giorno qualsiasi, fermandoti il tempo necessario per ascoltare il mio “si”.

Dio non ti ha concesso quel momento. Ti ha voluto accanto a se, forse aveva anche lui bisogno di te e davanti a lui, ancora una volta, mi faccio da parte con una soddisfazione: la tua mano, mentre ti porta via, la sto stringendo io.