RITRATTO

BOTERO NUDO CON SEDIA

E’ instabile come il tempo a primavera. Ha giornate cariche di pioggia che improvvisamente scendono a scrosci invadendo la vita degli altri e giornate luminose trasportate da un vento leggero che le brilla negli occhi.
E’ fragile come i vasetti di porcellana che colleziona piccoli gioielli posti su un ripiano che non spolvera mai perché non può essere lei a togliere la polvere del tempo dagli oggetti così come non riesce a farlo alle persone nei suoi ricordi. E la sua mente è piena di ricordi impolverati da cui spuntano, a tratti, dita che le scorrono sul corpo o labbra grigie che le baciano il collo teso.
Caparbiamente, come uno stambecco che non rinuncia a scalare una vetta per cercare cibo solo perché c’è una bufera di neve, deve raggiungere la cima per guardare il mondo, sola, senza rumori intorno. Allontanarsi è una necessità per vincere la paura della solitudine che però adora proprio come chi riesce ad innamorarsi del suo carnefice.
E’ inzuppata di dolcezza come un biscotto e come un biscotto si scioglie ogni volta che una voce, quella voce, la cerca, la vuole, la chiama, la imita, la porta verso altri percorsi della mente in cui incespica, si ferisce, senza rinunciare a strappare le ragnatele che le impediscono la nuova visuale che le appare davanti.
Deve aver amato molto e deve essere stata amata altrettanto in quel gioco di attivo-passivo che gli altri definiscono amore e che lei non ama definire ma vivere con la stessa passione e ogni volta dimenticando le lacrime precedenti, le scenate, i piatti rotti, le fughe e le riconciliazioni.
Ha fascino e non si svende conoscendo il suo valore.
E’ una donna. E’ diversa. E’ unica.
Irriproducibile.