PESCA

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Sono stanco di alzarmi dal letto alle 3 di pomeriggio e sono stanco di lasciare suonare il cellulare, sono stanco di nascondermi al padrone di casa, sono stanco di non aver più il coraggio di guardare un uomo negli occhi, sono stanco di vino in cartone e brandy cinese.

 

Non è sempre stato così sai? C’è stato un tempo in cui anche io avevo una famiglia, una moglie e due figlie, un  un tempo in cui tornavo a casa lucido dal lavoro e la tavola era apparecchiata, la tv accesa e faceva caldo anche in soggiorno. Me lo ricordo sai quel periodo. C’erano tanti soldi, tanti da non sapere dove spenderli. Che sia stato in quel momento che decisi di buttarla via? Si, perché quando hai tutto ti credi Dio, l’invincibile, ordini e si compie, vuoi e hai. E inizi a sfidare la sorte per bisogno continuo di conferme della tua onnipotenza.

 

Ho iniziato a giocare. Giocavo  e vincevo.

 

Soldi su soldi. Chi non poteva pagarmi mi lasciava la macchina, la sua azienda, mi offriva sua moglie, sua figlia. Io prendevo, tutto, senza distinzione.

 

I debiti vanno saldati.

 

E io ora saldo i miei.

 

Tu continua a pescare. Non farò rumore, i pesci non si spaventeranno.

 

Ma girati, non guardarmi.

 

E’ un fatto privato.

 

Dirai che è stato un incidente.