ERRORE

Accettai quell’invito per noia e per l’insistenza dei miei che mi volevano accasata. Lui si presentò alle sette di mattina, come da accordi e già l’alzataccia mi aveva provocato una irritabilità che durante il resto della giornata potè solo peggiorare. Si presentò con una giacca verde che ho ancora negli occhi, il viso sbarbato di fresco e ciuffi di peli che gli uscivano disordinatamente dalle orecchie e dalla maglietta bianca, spandendo intorno l’odore inconfondibile dell’Axe-Uomo. Salimmo in macchina presumo lavata per l’occasione perché puzzava in modo insopportabile di arbre magique alla fragola che unito al suo deodorante mi provocò un conato che subito trattenni per deferenza e buona educazione. Chiaramente non fumava e non sopportava l’odore della sigaretta che avrei volentieri acceso se non altro per profanare quegli odori da profumeria Avon. Chiaramente iniziò a chiacchierare senza prendere fiato per tutti i 70 km che ci separavano dalla meta che aveva fissato. E chiaramente era uno di quelli che non fermerebbe la macchina per una sosta in autogrill neppure sotto minaccia di lasciar liber sfogo a ogni flatulenza del corpo. I miei grugniti non scoraggiarono la sua euforia quando arrivammo in zona fiera. Fu solo allora che mi resi conto che mi aveva portato all’esposizione annuale dell’edilizia: aveva avuto i biglietti d’ingresso omaggio. Lo seguii catatonica nei vari padiglioni e tra coimbentazioni, isolanti da solaio, tetti fotovoltarici e pitture antimuffa, mi dissolsi per sempre un gruppo di muratori calabresi.