MARMALADE

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E’ una storia di donne e come sempre sono le storie di donne è molto complicata ma partendo dall’inizio ce la posso fare. Poi uno dice bene l’inizio, ma anche quello è difficile da trovare. Allora diciamo che partiamo da Natale, quando quella mi regalo’ un vasetto di marmellata. Effettivamente mi sembrava strano che dopo tanti anni di  non cagamento totale si interessasse a me al punto da regalarmi una marmellata fatta con le sue manine. Per precauzione non la mangiai perché va bene essere gentili ma non stupidi al punto da avvelenarsi con una marmellata. Ma per la distensione dei rapporti accettai l’omaggio, che sta ancora incartato nella sua bella carta trasparente, ricambiando con un panettone del forno sotto casa. Niente di sconvolgente. Il regalo giusto per dire grazie e non essere impegnate.  Da allora non me ne sono più liberata. Quella non mancava una festività che non mi facesse omaggio di qualcosa al punto che persino per la festa del papà, mi fece trovare un maglioncino senza maniche sulla scrivania del mio ufficio. Come abbia fatto a penetrare in azienda rimane a tutt’oggi un mistero. Viste le dimensioni del maglione pensai che lo aveva sferruzzato per mio padre, morto, buon’anima, più di un decennio fa e dunque lo riciclai al mio capoufficio che dopo il 19 marzo  comparve sporadicamente in ufficio e il colorito della sua pelle variava dal bianco lenzuolo lavato con la cenere  al giallo ittero infantile.

Quella mi voleva morta e il perché lo capii solo dopo 3 mesi di indagini febbrili e dopo aver sguinzagliato un pool di donne dietro la bastarda.

La mia persecutrice era venuta a conoscenza di un grosso lascito intestato a me ed una sua amica che si era portata a letto con il fine preciso di fotterla, in tutti i sensi . Io ero il terzo incomodo. Con la mia scomparsa la somma sarebbe finita interamente nelle sue tasche.

Ma il caso, il destino, è infingardo. E quando si è così impegnati a vivere la vita degli altri ci si distrae, si fanno mille azioni nello stesso momento e può capitare di dover rispondere al cellulare e non trovarlo nella borsa mentre si attraversa una via trafficata ad alta viabilità mentre  il guinzaglio di un cane si arrotola tra le nostre caviglie e ci fa perdere l’equilibrio  proprio mentre sopraggiunge il 27 barrato guidato da un uomo in astinenza perenne che si è appena girato per guardare il culo  altezzoso di una ragazzina.

Sono cose che succedono.

Così, adesso, ho le lacrime agli occhi dalle risate.