SCONVENIENZA

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Sia chiaro.

Io amo le donne. Mi fanno simpatia.

Ricche di sfaccettature, problematiche, introspettive, grandi lavoratrici, pronte a buttarsi nel fuoco per una giusta causa, estrose nel vestire e bugiarde.

Non solo.

C’è qualche piccolo difetto che non riesco a perdonare loro ma niente in confronto a quello che ti possono dare. Sono le uniche che riescono a fotterti sorridendoti, le uniche che ti fanno uno sgambetto e dopo accorrono per capire se ti sei rotta le ossa, le uniche che possono avere un orgasmo quando intravedono la tua sconfitta, le sole a covare invidia per decenni allenandosi alla vendetta.

Ti si avvicinano e ti abbracciano, magari ti baciano anche sulle guance ma hanno le labbra ricoperte di veleno che rilasciano solo alla presenza della vittima prescelta.

Ma io le amo perché sono capaci di calpestare anche la loro madre per una conquista, per eccellere, per ricevere un consenso, per primeggiare.

Le più infingarde adorano circondarsi di altre donne adoranti da sguinzagliare nell’eventualità tremi il loro trono. E come regine ordinano, comandano, impongono fino ad arrivare alla condanna a morte senza sensi di colpa perché questi li tengono in serbo per il loro gatto che soffre di cimurro.

Dovessi creare un team, selezionerei solo donne. Non sbaglierebbero la mira.

SCHIETTEZZA

 

 

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Successe all’età di cinque anni. Rubai i biscotti appena sfornati per darli ad un cane che vedevo ogni mattina all’angolo dell’asilo. Il cane morì. Come mio padre che la stessa mattina li aveva mangiati a colazione. Mia madre finì in galera e io fui affidata a mia zia Nives che non si è mai capacitata del perché una bambina di cinque anni non avesse addentato quei biscotti. Più lei mi interrogava più io urlavo la mia verità più lei non mi credeva. Capii allora che le verità urlate non vengono mai credute, così inizia a giocarci.

A scuola copiavo metodicamente e quando ritiravo il compito e vedevo il 10 con lode confessavo che era stato copiato di sana pianta. La prof scoppiava in una sonora risata e alle mie compagne lodava la mia umiltà per non far sfigurare i loro compiti di latino. La verità è che avevo conosciuto il marito della prof. di latino, ci andavo a letto in cambio della traduzione della versione che sua moglie ci avrebbe dato l’indomani.

Sul lavoro feci carriera rapidamente utilizzando lo stesso metodo. Dicevo in faccia a chi non lavorava che era un lavativo, glielo urlavo stando attenta che proprio in quel momento passasse un responsabile.

Non ho mai utilizzato il gioco della seduzione. Se volevo andare a letto con un uomo glielo dicevo schietto in faccia, senza problemi e se mi rifiutava, lo raccontavo a tutti mettendolo in ridicolo.

In fin dei conti dicevo solo la verità e la verità non fa mai male a nessuno.

Balle.

Fa molto male. Adesso lo so.

Il primario mi ha appena detto che ho un cancro nelle ossa.

E lui, come me, è malato di verità e non sa mentire.

 


 

SFACCIATAGGINE

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Era un pessimo amante.  Giusto la posizione del missionario senza altre varianti. Ma era premuroso, docile, attento e soprattutto voleva sposarmi. E io ero stanca di ricerche e sperimentazioni. Era tempo di accasarmi e ricominciare una vita diversa, pulita.

Durò il tempo della luna di miele.

Un lunedì mattina  accavallai le gambe sedendomi sulla sedia del chiosco dove mi fermavo a far colazione. La mossa non sfuggì a un uomo che mi stava di fronte che si avvicinò e dopo aver pagato la mia consumazione mi portò nel bagnetto del locale e mi scopò in piedi e senza tanti preliminari.

Quel movimento non sfuggì agli avventori del locale e con un veloce passa parola arrivò alle orecchie di mio marito.

Me lo trovai seduto sul divano al mio rientro.

“Sei la solita puttana.”

“Perché? “ dissi con la voce più candida del mondo.

“Ti sei fatta scopare nel cesso di un bar”

“ Tu sei pazzo. Sono una donna felice, non cerco niente. Mi basta quello che ho. Figurati che ti tradisco, siamo appena sposati. Ti amo, lo sai, sei l’unico uomo della mia vita. Non potrei vivere senza di te. Mi soddisfi pienamente. Sono andata in bagno e gli avventori hanno fantasticato. E’ solo invidia della gente perché sono bella.”

“Si, hai una bella faccia, tosta”.