CHECK-IN

BOTERO DONNA CON BORSA

Sul divano, il rotolone di Scotex-maxi vicino, annegavo nelle mie lacrime.
Non aveva usato giri di parole.
D’altra parte lei non era una da giri di parole ” Insieme a te non ci sto più”. Si, aveva usato proprio le stesse parole di quella canzone stronza come lei, per dirmi che non era più innamorata di me. E le aveva pronunciate con la stessa leggerezza con cui un giorno sgranava i piselli per farne colore per i suoi quadri astratti. ” Ti lascio Mirò  e mi tengo la macchina.” Ma che bontà. Mi lasci quel piscione di cane che ho mantenuto per 4 anni e in cambio ho ricevuto 3 morsi alla mano e la distruzione di tutti i cuscini di casa e ti prendi la mia auto?!? L’auto che ho appena finito di pagare con rate mensili da 100 euro per 21 anni perchè c’era anche il calcolo dell’inflazione? Donna dal cuore d’oro.
Lei diceva che era una creativa, che gli artisti sono fatti così. Io ho sempre avuto il sospetto che gli artisti fossero stronzi e basta e che quel comportamento strafottente di ogni altro sentimento che non fosse l’adorazione per loro denotasse la totale assenza di rispetto per chiunque non appartenesse alla loro categoria. Io, che avevo un normalissimo impiego presso un’agenzia di import-export, avevo il trattamento proprio di chi deve già essere felice per il solo motivo che la scelta è caduta sui miei occhi e con la dovuta sufficienza avevo l’obbligo del silenzio quando si argomentava di creatività. Eppure, quel giorno, l’innamoramento era scattato all’improvviso. Lei mi voleva e io non potevo sottrarmi. D’altra parte conoscete qualcuno che si sottragga ad una figa piazzata davanti al naso? Le dovevo appartenere come tutto ciò che le piaceva. Io le piacevo, io dovevo appartenere a lei. Per lei ho abbandonato la mia famiglia, le mie amicizie, la mia città e l’ho seguita con lo stesso istinto che guida le rondini verso la migrazione ma con un risultato diverso: dopo aver costruito il nido, lei aveva deciso di migrare ancora. E questa volta senza nessun peso da denunciare al check-in. Così, adesso, mi mangiavo patatine inacidite sul divano e non la smettevo di singhiozzare. “Sarà in aeroporto, adesso farà il controllo documenti, stronza, almeno ti bloccassero perché non hai bollato il passaporto. E se telefonassi e dicessi che c’è una bomba? Lei non partirebbe e tornerebbe a me, dove altro può andare? Le parlerei, le direi che la amo, che imparerò a fare il verde coi piselli, che le tirerò le tele, che mi iscriverò ad un corso di pittura creativa o, meglio, comprerò le dispense della DeAgostini così starò a casa con lei. Io e lei, io e lei, io e quella stronza che mi ha mollato e che adesso è apparsa aprendo la porta di casa, quella stronza che si getta sul divano baciandomi e singhiozzando mi dice: perdonami e dammi quelle patatine che a te fanno male.
Che ti vadano di traverso, stronza!