INIZIAZIONE

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“Tu lo sai che io sono vedovo da qualche anno e sai anche che non sono poi così vecchio da aver rinunciato al sesso per sempre.  Succede allora che trovo una vedova, una di quelle ancora con del “morbino” “ Morbino”? “ Ma si sai il genere che va nei centri anziani a ballare a cucinare le salsicce e il gnocco fritto, hai presente no?” “ Come no, sono una nota frequentatrice di quei luoghi di ritrovo, preparo la mia vecchiaia” “ Bene. Allora la invito una sera a uscire e poi, non potendola portare a casa, in fondo è sempre la casa di mia moglie, chiedo ad un amico se mi presta la cascina che ha sulle colline. Non ridere, ma col fresco la prestazione è migliore. Mi metto all’opera e devo dire che faccio un bel lavoro per i miei parametri e per la mia età ma quella è del tipo “ non ne ho mai abbastanza” e così continuo di trombo e di lecco per una buona mezz’ora. La vedova era bagnata come un mocio Vileda prima di strizzarlo e dunque molto scivolosa. Non è stato volontariamente che ho iniziato a scoparmela mettendole un dito nel culo, è che i due buchi avevano la stessa  elasticità ed apertura , aggiungici il terreno scivoloso, insomma a fartela breve ero la che la scopavo dietro da dieci minuti quando sento la sua voce affannosa che dice: William, scusa se te lo dico ma mi stai scopando il culo.  “Scusami non me ne ero accorto” le dico smettendo immediatamente” Devi credermi, non volevo” “No, non ti preoccupare è che ora avrei bisogno di qualcosa di più consistente.” “ Dovevo arrivare a  67 anni per metterlo nel culo ad una donna facendo anche la figura del rimbambito? E tu piantala di ridere!”

 

 

PORNOSTAR

8196e3020598f3c2ead69e17b56c76f7.jpgRido. Che idea bizzarra chiedermi di scrivere le mie memorie. Da quando ho reso pubblico il mio ritiro dalle scene è stato un continuo squillare del telefono, giornalisti appostati sotto casa, lettere di fans e ammiratori che mi supplicavano di restare di non abbandonare come se la mia decisione li rendesse orfani. Ma se mi ero rotta le palle di prendere cazzi sconosciuti nella figa e nel culo, sbocchinare uccelli, leccare fighe depilate e farmi torturare i capezzoli da mani ruvide è colpa mia? Ho una dignità professionale: mi sono sempre rifiutata di girare ammucchiate, doppie penetrazioni anali e ho sempre preteso i certificati medici dei miei patners. Da vera professionista sono sempre stata puntuale, non mi sono mai fatta trovare fumata o sovreccitata dalla coca come molte mie colleghe. Il talento naturale unito ad una buona predisposizionesono stati la mia unica droga. Col mio fisico e la mia classe solo film d’autore, patinati.

Senta signorina, devo girare l’ultima scena. Dica alla sua casa editrice che ci penserò e quanto prima le farò sapere. Non sia così insistente. Non vede che lo stallone mi sta aspettando? E se gli si ammoscia ci va lei a riprepararlo? Carlo, va bene se mi metto così? Allenta un po’ il nastro che mi lega i polsi. Ok, così. Si, più aperta, si, si ho capito. Sono pronta. Gira.

Certo che lei signorina è tenace. Va bene che stanno inquadrando altro ma non può continuare ad ossessionarmi proprio mentre lavoro, anche se non sembra, ci vuole concentrazione, devo seguire le sue spinte e sapesse come spinge bene questo! Mica se ne trovano tutti i giorni di così gentili e professionali. La maggior parte te lo ficca dentro lubrificata o no che sia, l’importante è finire di girare in fretta. Ma che fa? Allunga la mano? Signorina ma che le è preso? E tu non le dici niente? Che cazzo di regista sei? Sei fortunato che non posso muovere le mani o si sarebbe già presa uno schiaffo in piena faccia. Ferma la scena, ma lo vedi che questa entra nell’inquadratura? Dille di togliere la sua bocca dai miei capezzoli, mi sta sbavando su tutto il corpo! E poi dicono che i film hard non hanno copione e che succedono cose alla cazzo! Però, a dire la verità, la editor ha del talento, si, si, ci sa fare, eccome se ci sa fare e ha anche un bel culo. Basta non inquadrarle il viso, ma per quello, la chirurgia estetica fa miracoli.

Non mi rimpiangeranno per molto.

E’ morta una regina, viva la regina.

DONNE

Io l’ho fatto sotto la cascatella, a Pejo, mentre andavamo alla diga di Pian Palù. “Ultima chiamata per Mister Valantine” e lui che mi scopava alla grande nei cessi del gate 64 per Monbasa. Ricordo quella volta nella stradina di campagna quando il contadino venne a trainarci con il trattore perché si era piantato nel fango e col cazzo che il 4×4 da solo ce la faceva. E quella volta al ristorante? Quando mi sfilò le mutande e iniziò a frugarmi fino al punto di riuscire a farmi fare i gargarismi con il Marzemino appena stappato? Non voglio neppure ricordare quando il mongolo alla frontiera finlandese ci urlò “Porci” in russo dopo averci sorpreso incastrati tra il vano portavaligie e la retina sfondata. E che ne dite di quella volta che mi incantonò sotto il palco un quarto d’ora prima di salirci sopra per tenere un discorso sull’opportunità di una discarica a 22.000 cittadini incazzati? Nei racconti delle donne essere state oggetto di possesso erotico nei luoghi più strani o pericolosi è sinonimo di passione erotica vera. La vecchia centrifuga della lavatrice è un ricordo da lavandaie. Il vero amore il nostro uomo ce lo dimostra solo se ci zompa addosso mentre siamo in coda all’ACI e l’acida signorina alla cassa urla “Il prossimo” sgranando gli occhi vedendo che le sue mani sono sotto il nostro maglione e mentre lui si giustifica con una “ La voglio adesso” lei si alza stizzita e chiede una pausa-caffè. Niente è più esaltante che far schiattare gli altri di rabbia sbattendo loro in faccia il nostro desiderio, la voglia di allargare le gambe a quell’uomo che non sa tener ferme le mani fino a casa e una volta chiusa quella porta spalanca le finestre e, come un nuovo Christopher Lambert in Greystoke: la leggenda di Tarzan, lancia il suo “ Uh Uh Uh Uh Uh” di bestia che ha raggiunto l’orgasmo.
Siamo donne, splendide donne innamorate.