ZAFFATA

 

 

 

4418 copia.jpg

La Teresa sapeva di aglio e di pane. Insomma sapeva di buono.

I capelli bianchissimi pieni di onde, il seno accogliente di chi ha allattato 6 figli, una corporatura forte da donna che conosce la campagna.

Alzava la schiena dall’orto e mani suoi fianchi generosi, sguardo severo brontolava in dialetto quando mi vedeva arrivare.

“ Cusa set gnuda a far?”

“A vedere le bestie”

“ To madar al sala?”

“ Se lo immagina”

“ Ven dentar, sumara!”

Perché solo una somara poteva scappare da casa per vedere le mucche, inzaccherarsi le scarpe rosse in una stalla tra il piscio e le bovazze delle vacche.

Poi preparava il coniglio e gli odori della stalla si confondevano con quelli della cucina. Assistevo a quelle magie sperando di prenderne parte, sperando che l’orchessa mi portasse finalmente nel lettone e iniziasse a raccontarmi la storia di Massasettestrupiaquatordas per poter ridere sentendola ridere e allontanare la certezza della punizione che mi aspettava al ritorno a casa:“ Puzzi da stalla, fila a lavarti.” Poi, i fili di paglia, li avrei nascosti nel comodino.

 

 

 

SMEMBRAMENTO

248e5a9d577906b24dc6d8a4f99c2c3e.jpg

Hai sbattuto la porta.
Erano le 10,27.
Si fissano sempre dei particolari inutili quando il dolore è insopportabile. Ricordo quando morì tuo padre: continuavo a guardare la macchia di caffè sul camice del dottore e avrei voluto dirglielo che quella macchia toglieva importanza alle sue parole ma come sempre ho taciuto.
Le parole vengono dette sempre troppo presto e troppo in fretta. Si sputano sulla faccia di chi ci chiede amore e non riusciamo a rimangiarcele. Così ho imparato a tacere.
Da quando sei partita ho continuato a fare la mia vita.
Le galline non ne hanno sofferto e hanno continuato a mangiare. L’orto doveva essere pulito dalle erbacce e i pidocchi delle rose dovevano scomparire.
Da allora mi sono chiesta mille volte se avrei potuto trattenerti, se generarti dei sensi di colpa sarebbe servito. No, non sarebbe servito. Tu non hai mai ascoltato altro che il tuo cuore. E il cuore, bimba mia, sbaglia.
I vicini hanno smesso da tempo di chiedermi di te. Per pudore, per rispetto, per non farmi male. Solo la Neide, la ricordi vero la Neide,  mi chiede ostinatamente, ogni volta che passa davanti a casa nostra: “Notizie? Novità?” Io scuoto la testa, lei abbassa lo sguardo e sussurra “Torna, vedrai che torna” e mi lascia un santino di sant’Agnese.
Cinque anni fa la signora Candini mi disse che sua figlia ti aveva incontrata e che eri sciupata ma continuavi ad avere l’orgoglio negli occhi. “ Lo stesso di suo padre” ho pensato e sono stata felice.
Non so se hai trovato quello che cercavi, non so se sei felice, non so se qualche sera senti il profumo del vento da sud e ti ricordi.

BAGNO

8bfd272367eddd0beedb4e68b01b627c.jpg

Il bagno di casa era rivestito di piastrelle verdi piccolissime, come tessere di un mosaico.
La vasca bianca, enorme con i rubinetti in acciaio. Il tappo che la chiudeva era di una damigiana. Non c’erano bagnoschiuma, shampoo, sali da bagno o candele profumate, c’era una saponetta Camay che come tutte le saponette Camay, se non veniva usata quotidianamente si seccava, si aprivano dei solchi profondi fino a dividerla in due saponette Camay: un caso di partenogenesi.
Il sabato sera c’era il rito del bagno.
Mia madre apriva i rubinetti spogliava me e mio fratello che entravamo nella vasca.
Questa promiscuità non mi infastidiva come invece mi irritava dover dividere la mia sporcizia con la sporcizia di un altra persona.
L’odore che usciva da quella stanza era l’odore del calore, lo stesso che senti quando la pentola bolle e tu sollevi il coperchio per aggiungere il sale grosso.
Si usciva dalla vasca quando i polpastrelli delle mani si incartapecorivano ed il gioco era spaventarsi con quelle dita vecchie che contrastavano con la freschezza dei corpi.
Hai mai provato a metterti le mani davanti al viso e serrare forte le dita per poi aprire gli occhi in quel buio artificiale? Erano gli” Occhi del Diavolo” quelli che vedevo e ridevo perchè li potevo far scomparire in qualsiasi momento.
Negli anni ho portato le mani al viso molte volte senza che i mostri se ne andassero.
Il bagno era finito.
La maglia di lana che pizzicava la pelle ancora umida era appoggiata al termosifone per tenerla calda, unica delicatezza di una madre frettolosa che aggiungeva borotalco Roberts alla pelle pulita e bagnata, quasi ad annullare tutto il lavoro fatto prima.
Non mi sono mai sentita pulita.