IRREDUCIBLE

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L’autista dell’autoambulanza mi venne incontro e il suo viso tradiva una smorfia che non riuscii a identificare. Non lo conoscevo, sono certa che le nostre esistenze non si erano mai sfiorate eppure mi guardava fisso negli occhi sul punto di esplodere. Ed esplose: “ Io gliel’ho detto e ridetto ma quella niente, continuava a urlare con le mani attaccate al manubrio: “Me la me bicicleta an la mol brisa, lu al faga quel cag par ma me an la moll brisa”.

Lei mi capisce, si, me lo dica che mi capisce. Trasportiamo gli sfollati tutto il giorno e abbiamo i minuti contati e quella non voleva salire sull’autolettiga. Avevo un bel da spiegarle che non poteva portarsi dietro la sua bicicletta ma quella insisteva “ Le ho detto che senza la mia bicicletta non vado da nessuna parte, chiami chi vuole, i servizi sociali, la polizia, i carabinieri ma io senza la mia bicicletta non mi muovo”.

Giuro che l’ho anche supplicata, ho fatto appello al suo buon senso, ho cercato di spiegarle che i regolamenti me lo vietavano e che avrei avuto delle grane ma quella è stata implacabile: “O, umarell, ma lu l’è dur ad comprendonio sal? Glielo torno a dire per l’ultima volta: la mia bicicletta è l’unica cosa che mi è rimasta. Ho perso tutto, la casa, i miei ricordi, l’unico paio di mutande che ho lo porto addosso e lei vorrebbe che io lasciassi qui la mia bicicletta?!?!? Ma lu l’è mat! Allora o carica in ambulanza anche la bicicletta o io non mi muovo da qui, sonia stada ciara?”

Ho caricato la vecchia e la sua bicicletta in autolettiga andando contro tutti i regolamenti e le ho portate insieme fino qui in romagna e adesso mi aiuti a tirarle giù che devo andare a prendere degli altri sfollati. Ma voi emiliane siete tutte così?

“Anche peggio. Forza che l’aiuto. io prendo la vecchia ma lei scarica la bicicletta eh?”

 

ACCORDINGLY

 

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Smettila di prendermi in giro e versami un’altra tazza di the. Latte non limone, sai inizio ad avere qualche problema con l’intestino. Fortuna che l’altra sera mi sono messa questo di vestito quando sono uscita con Simuel e la pancia gonfia si notava meno

Sai, non è come dicono. Avrà anche avuto un passato burrascoso ma anche per lui l’età ha smorzato certe pruderie. E pensare che quando insegnavo e me lo trovavo davanti ai colloqui insegnanti genitori giuro che non lo sopportavo: il foularino al posto della cravatta, il fare strafottente da viveur, quegli occhi che ti frugavano dentro alla ricerca del tuo punto debole. Penso di essere stata l’unica professoressa di suo figlio a non farmi intortare dai suoi modi rimandando suo figlio per tre anni consecutivi. Quando l’ho incontrato dal meccanico, io dovevo far revisionare la mia macchina, lui doveva cambiare l’olio del bmw, l’ho trovato triste, smagrito, anche un po’ trasandato. La scomparsa di sua moglie l’ha trasformato ed è per quello che ho accettato il suo invito. Mi ha portato al cinema, proiezione del pomeriggio. Carta argento. Ho scelto io. Un film coreano, molto tenero e dolce. Poi siamo andati in pizzeria. Ha sempre pagato lui. Così quando mi ha riportato a casa, erano le venti circa, gli ho chiesto se voleva salire. Beh tu non ci crederai ma mi ha risposto: “Non dobbiamo avere fretta, c’è tempo. Voglio rispettarti”.

Un vero signore.

 

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Quella stronza della culona moldava ha voluto anche i 30 euro per quel mezzo bocchino che mi ha fatto e se devo essere sincero lavora meglio la cinese con la lingua. Poi vuoi mettere? Quella ha 40 anni, gli occhi a mandorla 26. Non c’è paragone. Dici bene tu, ma non è mica facile trovarne una di questi tempi senza contare che quelle dell’est lo fanno svogliatamente mentre le asiatiche ci mettono la passione e devo ammettere che conta vedere la voglia di una donna. Oddio, conta soprattutto la pillolina ma anche sentire il desiderio di una donna solletica. E poi la Cin ciu eh ha delle amiche che per 5 euro fanno tutto ed è tutta carne fresca e allegra. Non crederai che io mi fermi solo perché sono arrivato ai 68 anni? Fin che posso io lo uso e quando non funzionerà più, almeno posso dire che che me a l’ho druaà! Ahhh la professoressa? Si, una personcina per bene, introdotta in ottimi ambienti, un po’ troppo pizzi e merletti per i miei gusti ma un’ottima donna di casa. Avrei risolto il problema del lavare e dello stirare, l’ordine in casa e, perché no, sento la nostalgia di certi pranzetti casalinghi come quelli che facevo con mia moglie, poveretta. Perché lo sai anche tu che io sono sempre tornato a casa. Va bene, scopavo in giro ma la sera tornavo sempre nel letto con mia moglie. Quello mi manca, lo ammetto. Ma per favore non posso proprio andare a letto con la prof. Ha 64 anni, cazzo! Chi ha il coraggio di metterglielo dentro? Dovrei lavorare troppo con la fantasia e immaginarmi il culetto voglioso della Wuang. Se la professoressa vedova e vogliosa ha delle idee in quel senso, beh che se le faccia passare che a me piace solo la carne fresca e non quella troppo frollata! Capisci bene che questo non potevo dirglielo e me la sono cavata con la balla del rispetto e del saper aspettare. Ma quante ne bevono le donne?

 

 

 

 

 

 

 

INIZIAZIONE

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“Tu lo sai che io sono vedovo da qualche anno e sai anche che non sono poi così vecchio da aver rinunciato al sesso per sempre.  Succede allora che trovo una vedova, una di quelle ancora con del “morbino” “ Morbino”? “ Ma si sai il genere che va nei centri anziani a ballare a cucinare le salsicce e il gnocco fritto, hai presente no?” “ Come no, sono una nota frequentatrice di quei luoghi di ritrovo, preparo la mia vecchiaia” “ Bene. Allora la invito una sera a uscire e poi, non potendola portare a casa, in fondo è sempre la casa di mia moglie, chiedo ad un amico se mi presta la cascina che ha sulle colline. Non ridere, ma col fresco la prestazione è migliore. Mi metto all’opera e devo dire che faccio un bel lavoro per i miei parametri e per la mia età ma quella è del tipo “ non ne ho mai abbastanza” e così continuo di trombo e di lecco per una buona mezz’ora. La vedova era bagnata come un mocio Vileda prima di strizzarlo e dunque molto scivolosa. Non è stato volontariamente che ho iniziato a scoparmela mettendole un dito nel culo, è che i due buchi avevano la stessa  elasticità ed apertura , aggiungici il terreno scivoloso, insomma a fartela breve ero la che la scopavo dietro da dieci minuti quando sento la sua voce affannosa che dice: William, scusa se te lo dico ma mi stai scopando il culo.  “Scusami non me ne ero accorto” le dico smettendo immediatamente” Devi credermi, non volevo” “No, non ti preoccupare è che ora avrei bisogno di qualcosa di più consistente.” “ Dovevo arrivare a  67 anni per metterlo nel culo ad una donna facendo anche la figura del rimbambito? E tu piantala di ridere!”

 

 

SALVATORE

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Silver era sempre di ottimo umore, si alzava la mattina già di ottimo umore. D’altra parte chi meglio di lui poteva sorridere alla vita? Un matrimonio, tre figli, un divorzio, un fallimento commerciale, tanti debiti in giro e la stessa voglia di giocare di quando trentenne fermava il traffico in centro seduto in mezzo alla strada vestito da capo indiano con la pipa in bocca. “Il grande capo fuma!” e gli automobilisti tra lo sbalordito e il riso aspettavano pazientemente che avesse finito di fumare. Poi ci fu quel giorno che un camionista gli spaccò i denti urlando ” Se grande capo fuma, camionista incazzato gli spacca la faccia” ma sono cose che capitano quando incroci nella vita persone senza senso dell’umorismo. Ora, uomo fatto, trascorreva le sue giornate nell’officina di uno dei suoi figli e la notte al night, tra puttane russe e polacche che lo amavano perdutamente fino a quando c’erano soldi da spillargli. Frequentando quegli ambienti si rese conto che un uomo non si poteva dire uomo se a casa non aveva un cane da mostrare orgoglioso alle sue conquiste. Già, ma che cane? Mica un cane “da lecco” o un bastardo o peggio ancora un anonimo boxer. No, lui doveva avere un cane speciale. Fu così che si comprò un terranova. Un molossoide che a malapena entrava nel suo miniappartamento da scapolo ma “vuoi mettere la figura che ci faccio in spiaggia questa estate con le tedesche? Che poi, si sa, le donne appena vedono un cane perdono la testa ed è li che le frego!” Ma per portare un cane in spiaggia ci vuole in patetino da cane bagnino e allora si iscrissero lui e il bestione al corso base della Scuola Italiana Cani Salvataggio a Cervia. Tutte le domeniche partivano all’alba per raggiungere la sede del corso e sinceramente Silver si applicava anche, il terranova molto meno: è svogliato, distratto anche un po’ imbranato. Se viene rimproverato mette il muso e se è in giornata no, se ne sta tutto il giorno sotto un ombrellone a caccia di mosche da mordere. Silver non demorde e arrivano gli esami finali. Tutto il corso è in fibrillazione, cani e padroni. Uno dopo l’altro i cani superano le prove, vanno dal loro coach e ricevono il patentino. Tutti i cani meno il cane di Silver, il terranova più ignorante del mondo, l’unico terranova col terrore dell’acqua, unico bocciato al corso per cani bagnini, disconosciuto dal suo padrone anche come cane da rimorchio. Alla fine si spende meno andando a puttane.

MARMALADE

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E’ una storia di donne e come sempre sono le storie di donne è molto complicata ma partendo dall’inizio ce la posso fare. Poi uno dice bene l’inizio, ma anche quello è difficile da trovare. Allora diciamo che partiamo da Natale, quando quella mi regalo’ un vasetto di marmellata. Effettivamente mi sembrava strano che dopo tanti anni di  non cagamento totale si interessasse a me al punto da regalarmi una marmellata fatta con le sue manine. Per precauzione non la mangiai perché va bene essere gentili ma non stupidi al punto da avvelenarsi con una marmellata. Ma per la distensione dei rapporti accettai l’omaggio, che sta ancora incartato nella sua bella carta trasparente, ricambiando con un panettone del forno sotto casa. Niente di sconvolgente. Il regalo giusto per dire grazie e non essere impegnate.  Da allora non me ne sono più liberata. Quella non mancava una festività che non mi facesse omaggio di qualcosa al punto che persino per la festa del papà, mi fece trovare un maglioncino senza maniche sulla scrivania del mio ufficio. Come abbia fatto a penetrare in azienda rimane a tutt’oggi un mistero. Viste le dimensioni del maglione pensai che lo aveva sferruzzato per mio padre, morto, buon’anima, più di un decennio fa e dunque lo riciclai al mio capoufficio che dopo il 19 marzo  comparve sporadicamente in ufficio e il colorito della sua pelle variava dal bianco lenzuolo lavato con la cenere  al giallo ittero infantile.

Quella mi voleva morta e il perché lo capii solo dopo 3 mesi di indagini febbrili e dopo aver sguinzagliato un pool di donne dietro la bastarda.

La mia persecutrice era venuta a conoscenza di un grosso lascito intestato a me ed una sua amica che si era portata a letto con il fine preciso di fotterla, in tutti i sensi . Io ero il terzo incomodo. Con la mia scomparsa la somma sarebbe finita interamente nelle sue tasche.

Ma il caso, il destino, è infingardo. E quando si è così impegnati a vivere la vita degli altri ci si distrae, si fanno mille azioni nello stesso momento e può capitare di dover rispondere al cellulare e non trovarlo nella borsa mentre si attraversa una via trafficata ad alta viabilità mentre  il guinzaglio di un cane si arrotola tra le nostre caviglie e ci fa perdere l’equilibrio  proprio mentre sopraggiunge il 27 barrato guidato da un uomo in astinenza perenne che si è appena girato per guardare il culo  altezzoso di una ragazzina.

Sono cose che succedono.

Così, adesso, ho le lacrime agli occhi dalle risate.

 

 

 

DILEMMI

 

 

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Tu non lo puoi sapere, anche perché non te ne ho mai parlato, ma devi sapere che i tombini durano 50 anni. Allora, quando lo comprai per mia madre, non sottoscrissi la clausola “rinnovabile”. Si, forse perché sono un po’ taccagna, ma il problema non è questo. Il problema è che adesso devo scegliere se mettere le ossa in una fossa comune dentro un sacchetto di plastica o farle cremare e comprare un tombino. Tu ridi ma io è da novembre che ci sto male. A parte il costo, che non è poco, come posso permettere che le ossa di mia madre finiscano buttate dentro ad una fossa comune? Magari capitano vicino ad uno antipatico, o peggio, ad un delinquente. Non avrei mai potuto. Così stamattina ho deciso: cremazione delle ossa e acquisto di un loculo a sei posti per le ceneri e mentre ci sono faccio lo stesso servizio a mio padre. La procedura è la seguente: si estraggono le bare, le si aprono, se vuoi recuperare un anello, i becchini mi hanno assicurato che lo possono fare, lo recuperi, dopodiché, le ossa vanno al crematorio e te le restituiscono dentro un’urna che tumuli di nuovo nel miniloculo che ho appunto appena acquistato. Durata altri 50 anni, così la mia nipotina potrà portarmi i fiori quando avrà 60 anni. Mi sono tolta un peso dal cuore. Vuoi venire ad assistere anche tu alla detumulazione o come diavolo si dice? Non farti problemi, ti invito volentieri. Quando aprono la bara possiamo stare a debita distanza, ci mando mio marito a controllare e a recuperare la fede di mia madre.

 

Con gioia, vorrei che ogni lunedì mattina mi squillasse il telefono alle sette per invitarmi a queste prestigiose cerimonie. In abito scuro, of course.