GROPPO

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Ci sono dei magoni che non se ne vanno.

Come un tampone ficcato nella gola.

Ci provi, a farli uscire. Urlando per poi accorgerti che non ne sei più capace.

Allora ti metti d’impegno a pensare ad altro.

Per 10 minuti.

” Oddio, chiedo solo 10 minuti di tregua dal dolore, chiedo troppo? “

Si, evidentemente chiedo troppo perché rispunta e gli occhi iniziano a brillare le labbra a serrarsi e spuntano quelle due rughe tra le sopraciglia quelle dello sguardo severo.

Perché non si deve piangere.

Per quale stupido motivo non si deve piangere?

” Perché sei grande, matura, perché riesci ad elaborare qualsiasi dolore, datti tempo”.

Balle.

Il tempo non fa dimenticare, il tempo ingigantisce, il tempo copre con una polvere troppo sottile per non volare appena si sbattono le ciglia, il tempo io non ce l’ho e non so dove comprarlo. I soldi non sono un problema, li ho, li posso trovare, me li presterebbero ma non servono.

Serve l’accettazione.

Serve una resa senza condizioni e non sono pronta. No, Dio, non sono pronta. Per cui adesso tu aspetti. Aspetti e mi aiuti a superare gli scogli perchè il mare lo voglio vedere, voglio vedere il mare in tempesta, quello che mi fa paura e da cui scappo rintanandomi sotto la barca, voglio riuscire a superare l’onda buona, voglio sporcarmi la bocca di sale, voglio sentire che vivo ancora per poterti sorridere mentre ti dico ” Ce l’abbiamo fatta”.

ISOLAMENTO

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La mia casa è fredda per questo ci torno poco e quando entro rimango il minimo indispensabile, il tempo di cambiarmi d’abito e poi di nuovo fuori, per le strade, nei locali, nei cinema. Mi mantiene mia nonna con la sua pensione da quando i miei genitori sono morti volando in una scarpata in montagna. C’era la neve. E’ successo dieci anni fa, quando avevo 17 anni e l’estate di quell’anno mi avevano trovato anche un lavoretto dal meccanico sottocasa.

 

A giugno, la maturità me la diedero sulla fiducia. Sarebbe stato disumano non ammettermi all’esame dopo il trauma subito anche se la mia media scolastica non arrivava alla sufficienza. Una volta diplomato non ho mai pensato di trovarmi un lavoro e poi non avrebbe avuto senso lavorare quando la pensione di mia nonna bastava a farmi vivere bene. Solo un coglione avrebbe piegato la schiena avendo l’opportunità di spassarsela da mantenuto. In fin dei conti avevo subito un trauma e dovevo riprendermi.

Ho sempre trovato donne pronte a capirmi e giustificarmi per questo le amo tutte incondizionatamente a partire da mia nonna che se ne sta li’,  in quella casa fredda, distesa sul letto col condizionatore al massimo, sia in estate sia in inverno.

L’unico disagio è che non posso invitare nessuno a casa.

Ho la sensazione che non capirebbe.

Mi farebbe mille domande cui ho già dato risposta a medici e psichiatri quando rimasi orfano. Vado capito, compreso e mai più traumatizzato.

Si, la bolletta della luce è alta e anche la spesa per i deodoranti da casa incide parecchio sul mio budget, ma la spesa per il riscaldamento è pari a zero e alla fine del mese riesco anche ad andare a puttane. Quelle non te le devi portare a casa. Se ti va ti costruisco la cuccia in giardino ma non andare mai e dico mai al piano di sopra a leccare la nonna. Allora vieni con me?