SCOTTATURE

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Quel giorno, arrivando in paese, si aveva la sensazione che fosse successo qualcosa di grosso. Tutti i negozi avevano chiuso i battenti. In quella afosa giornata agostana, in un’Italia non ancora ricca da potersi permettere vacanze e che ancora non conosceva il giorno di chiusura dell’esercizio o la pausa domenicale di Cleto il macellaio, Adone il fornaio, Cino il fruttivendolo e Lario il barbiere, non c’era traccia.

Il prete uscendo dalla canonica si era incamminato verso l’osteria, unico locale aperto deciso a risolvere il mistero. Da dietro il bancone Guido, versandogli un bicchiere di rosso, fu molto vago nelle risposte concludendo con un “ Se non lo sa lei dove sono andati! E’ lei che li confessa tutti no?” E ridendo si era rifugiato nel retrobottega.

Tornando verso la chiesa il prete ripassò mentalmente tutti gli abitanti della frazione e solo allora riuscì a incastrare i tasselli.

Considerò che le donne del paese erano tutte presenti eccetto la Rosa, la vedova, che era andata al mare in corriera.

E non furono tanto le scottature al naso degli uomini il giorno dopo, quanto la loro faccia soddisfatta e le occhiate all’osteria, a confermargli come mai la Rosa pedalava su una bicicletta azzurra con un cestino bianco incastrato nel manubrio, nuova.

 

DILEMMI

 

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Cancella tutto!

Non si fa più niente. Niente, capito? Ti avevo detto no che avevo trovato il tombino dove mettere le ossa incenerite dei miei genitori vero? Beh sai cosa è successo?

Ho il vago presentimento che se anche non lo so tra pochi secondi ne verrò a conoscienza.

Ascolta. Stamattina, mi sono alzata di buon’ora per andare a visionare il mio acquisto. Gambe in spalla e punto dritto con la bicicletta verso il cimitero. Per non sbagliare ho messo in borsa il rogito del nuovo tombino : ala nord, settore sei, edificio G, terzo piano, tombino in angolo. Arrivo, deposito la bici col lucchetto che si sa nei cimiteri c’è una ruberia che non ti dico, percorro i vialetti alberati tutta felice e arrivo. Non puoi sapere l’orrore che mi ha inondato. Sono ancora scossa dai brividi. Alzando gli occhi verso il mio loculo vedo che è già occupato. Ti rendi conto? Il mio loculo, quello che ho acquistato per i prossimi 50 anni, spendendo una cifra notevole , è abusivamente occupata da un’altra urna cineraria per di più sconosciuta. Senza nome. Neppure il guardiano sa ne’ chi sia ne’ chi ce l’ha messa, ne’ quando il fatto sia accaduto. Ma adesso mi sentono negli uffici comunali. Io le tasse le pago sai e se mi compro un tombino voglio che sia nuovo, non già usato. E’ chiedere troppo? Comunque ti volevo informare che vista l’occupazione abusiva la cerimonia di riesumazione delle ossa di mamma e papà è rinviata a data da destinarsi ma visto che siamo al telefono e che tu hai una laurea in legge mi sai dire se posso chiedere l’affitto al morto che sta abusivamente soggiornando dentro al mio tombino?

 

In certi casi, alle 7 di mattina, è meglio mordersi la lingua e non ridere, neanche al telefono.

INTEGRAZIONE

 

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Mi vergogno di essere italiana.

Si. Mi vergogno, cari colleghi. Mi vergogno di sedere in questa giunta. Non credevo che un paese come il nostro potesse covare tanta rabbia, tanto razzismo, tanta intolleranza.

Noi dobbiamo intervenire per impedire che uomini, che esseri umani, ancorchè neri, vivano nello stato pietoso in cui li ho trovati quando sono stata nella periferia nord della nostra bella città. Immondizia ovunque, cloache usate come abitazioni, fogne a cielo aperto e un olezzo insopportabile anche per me che sono abituata a stare in mezzo a voi. No, non offendetevi. Sapete come mi è caro il prossimo, sapete come mi sono sempre battuta per i diritti umani. E’ dunque intollerabile che questi giovani stalloni neri debbano vivere abbruttiti in mezzo a topi e acque di scolo, col rischio di spargere malattie contagiose e che non si possano lavare se non pagando 50 centesimi nei nostri bagni pubblici. Io vi chiedo, vi scongiuro di dare loro una casa, di fornire loro il necessario per una vita dignitosa, di renderli presentabili. E’ un investimento che il nostro Comune deve fare se vuole davvero essere considerato un Comune illuminato. Si chiede solo come contropartita che questi maschi ebano, questi cioccolatini dai muscoli torniti, questi mandingo glabri e dalle bocche succose dispensino felicità in un apposito locale attrezzato, che potrebbero essere le vecchie scuole dismesse, nella massima riservatezza e comodità. E cerchiamo di non essere bacchettoni ma aperti e liberi nel pensiero. Vi potranno accedere, da ingressi indipendenti, sia uomini che donne. Catene fruste vibratori doppi e altri giocattoli non verranno forniti ma potranno essere utilizzati se portati dalla clientela.

Grazie, gentili colleghi, se vorrete alzare la mano e unire il vostro voto al mio voto.

 

 

PUBBLICAZIONI

 

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Un giorno ti arriva una mail che, in buona sostanza, ti comunica che sai scrivere e ti dicono che sarebbero orgogliosi di pubblicarti se tu, c’è sempre un se o un ma o un però, contribuisci economicamente alla pubblicazione.

 

Una persona saggia li manderebbe a cagare.

Io li ho mandati, elegantemente, a cagare.

 

 

SLINGUATE

 

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Amo i baci secchi.

 

Mi spiego meglio.

Non sopporto l’umido sulle labbra. Quando capita, mi viene istintivo pulirmi con la mano, come quando bambina mangiavo il gelato col cono e dopo essermi passata la lingua sulle labbra per raccogliere la crema agli angoli della bocca, dovevo pulirmi anche col dorso della mano per essere certa di essere asciutta.

E’ decisamente imbarazzane compiere quel gesto specie in alcuni momenti di vita in coppia. Ma ho le mie strategie.

State scopando, le bocche si avvicinano, ti ritrovi con la bava dell’altra persona sulla bocca. In questi casi giro velocemente la testa a fingere un istante di prolungato piacere e me la pulisco sul cuscino.

Siete al cinema o sul divano di casa. Parte la sua slinguata che ricorda quella di un camaleonte, ricciolo sulla punta compreso. Non si può fare altro che strusciare le proprie labbra sul suo viso per rendere quell’eccesso di saliva in cui si potrebbero intingere i canestrini.

Ma che fare con quelle persone che le labbra le hanno sempre bagnate, quelle che se le inumidiscono proprio per baciarti?

Mica puoi bloccali con un “ NO, non farlo che mi a schifo!” Si sorride, con prudenza si passa un dito sulle loro labbra, gesto sempre molto gradito e preludio di ben più erotici baci, fino a quando non si ha la certezza del perfetto essiccamento.

I Klineex, è ovvio, devono essere sempre a portata di mano.

Ci si raffredda sempre quando ci si lascia togliere il vestito.

 

PETTINOUSE

 

 

 

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Se la piantassi di guardarmi con quegli occhi da cocker e te ne andassi a riparare il copertone della bicicletta di certo ci guadagneresti sia tu che io che potrei continuare a fare la tinta alla signora Carlotto. Che mica se ne trovano tante di clienti in questo periodo e quelle che entrano in negozio me le devo tenere care. E lascia li’ il caffè, lo bevo dopo. Si, lo bevo freddo, altri problemi?

Mi scusi sa. No, non è il mio fidanzato, è sposatissimo, due figli, gestisce quel negozio all’angolo, quello che ripara le gomme delle bici. Si, proprio lui. Ogni tanto gliela do’, ma mica gratis, per soldi, sia ben chiaro. Anzi gliela davo, perché adesso siamo in rotta. Non mi faccio più scopare. Perché? Ma perché lui ha smesso di pagarmi. Dice che si è innamorato. Dice. E allora? Se sei innamorato paga, anzi pagami ancora di più e non solo quella miseria di 400 euro al mese che mi davi. Beh sa cosa mi ha detto? “ Sei una puttana da farti pagare?” Secondo lui sono solo le troie a farsi pagare. Se così fosse metà delle mie clienti potrebbero essere incluse nella categoria. Lei esclusa si intende. Sa in quanti mi hanno detto che mi amavano in 50 anni di vita? Una valanga, non sto neanche più a contarli. Poi scopri che hanno famiglia, che sono solo a caccia dei tuoi soldi, che si volevano solo fare una scopata, che se proprio devono mettersi con qualcuna seriamente, mica lo farebbero con te. Fanculo allora. Il gommista era da tempo che ci provava e mi sono detta “ Katia, perché no? E così lui si è messo a venire a casa mia, mi metteva a pecorina, mi scopava e se ne andava senza neppure pulirsi l’uccello, ma allungandomi i soldi. Per quello adesso se la vuole mi paga. Si mi paga anche se gli faccio un bocchino. Ma lo sa che ci vuole coraggio a prendere in bocca un cazzo che puzza di sperma ed officina? Se mi sento una puttana? Si, ma alla mia età è piacevole sa?

 

 

 

D.O.C.

 

 

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Si, devo proprio togliermi questo vestito e farmi una doccia. Saranno anche belli gli abiti da sposa ma con tutto il sintetico che ci mettono, se alzo un’ascella per abbracciarlo poi devo chiamare il medico di guardia per farlo rinvenire.

Ma quanto ci sta in bagno? Va beh che è timido ma così esagera. Non crederà che gli salti addosso appena esce? Sono una signora io e le signore queste cose non le fanno aspettano che sia il maschio a prendere l’iniziativa. Maschio. Fremo ogni volta che pronuncio questa parola: maschio. Brrrr. Per loro mi sono rifatta il seno. Una terza per non esagerare. Ho esagerato solo coi capezzoli. Li ho voluti alti due centimetri e ho fatto bene perché d’estate quando entro in un locale con l’aria condizionata gli occhi degli uomini sono tutti per me. Erano tutti per me. Ora sono sposata. Come sarebbe piaciuto a mia madre vedermi con questo vestito bianco e il velo, si sarebbe commossa alla cerimonia e mi avrebbe abbracciata finalmente felice. Le ho dato un bel po’ di problemi. Prima ho voluto il seno poi le labbra erano troppo sottili e le si dovevano ritoccare, poi lo psicologo, poi la maledetta depilazione definitiva con lo strazio del dolore, io che ho la pelle delicata. Via, non esiste una donna con dei peli da foresta amazzonica. Ma il mio orgoglio sono i fianchi e su quello ha lavorato molto il chirurgo: ora sono appena accennati, perfetti.

Mio marito impazzirà stanotte quando finalmente mi vedrà nuda. Mi sono mantenuta candida per stanotte. Quando me lo hanno tagliato per costruirmi la passera ho preteso che trovassero anche il modo di inserire un’ imene da deflorare altrimenti che prima notte di nozze sarebbe stata?