NIVEA

Va beh. Nella vita succede. Così mando la mia candidatura per testare un prodotto Nivea: il deodorante Talc Sensation. Che la cosa non è poi strana nel senso che uno ci prova. Lo straordinario è quando ti arriva una mail che dice che sei stata sorteggiata tra le tester e riceverai a casa una confezione di prodotti Nivea e arriva davvero. Minicampioncini di deodorante, tre deliziose confezioni della vecchia crema Nivea blu, un deo roll on, uno deodorante in stic e una confezione di spay.
Gongolo come un’anatra quando il corriere arriva e apro la confezione. Provo subito lo spray. Mi arriva un getto potente sotto le ascelle, sarà a causa della compressione nel minitubo? Sì, perché provo lo spray grande e non succede. E chi mi ferma più. Provo tutto. Se qualcuno mi venisse accanto rimarrebbe stordito. Va bene, ho esagerato ma l’euforia non la si deve trattenere.
Regalo campioni a tutti che mi guardano allibiti ” Come, me lo regali” ” Non sono io a farti il regalo ma la Nivea!” “Quella Nivea?” ” Si, si, quella” . La Nivea la conoscono tutti e ognuno di loro ha un ricordo soprattutto sulla scatoletta blu. Io ascolto i loro ricordi e sorrido.
Basta poco per far felici le persone.

campioncini

campioncini

POLTRONA

BOTERO PRESIDENT

Non la mollo neanche se mi bruciate le mani con l'accendino. No, non me ne vado. Anzi mi lego con questa corda attorno alla sedia e voglio vedere chi mi porta via. Mi solleveranno di forza. Oh insomma ma perché non lo capite che io ho vissuto per avere questa poltrona da presidente  e adesso che sono finalmente riuscito a sedermici sopra voi venite a dirmi che il gioco è finito e che devo mollare la presa? Voi siete pazzi. Toglietevelo dalla testa. Voglio continuare a suonare la campanella ogni volta che il consiglio si riunisce, voglio che i valletti, i vassalli, i valvassori e i valvassini si scappellino ogni volta che passo, voglio continuare a essere riverito tutte le volte che entro in una stanza, voglio uno stuolo di segretarie, segretari particolari, segretari portavoce, segretari consiglieri, voglio le tv che mi rincorrano per un'intervista, i giornalisti assatanati per avere udienza con me, voglio otto guardie del corpo che allontanino le mani che cercano di afferrarmi e che mi proteggano dai pazzi, voglio sollevare il telefono e trovare posto nel mio ristorante preferito anche senza prenotazione, voglio uno studio medico completo a disposizione per il mio raffreddore, voglio che il mio barbiere diventi cavaliere del lavoro. Voglio avere l'agenda piena dalle sette di mattino alle due di notte. Si, alle due di notte. E' solo a quell'ora che posso tornare a casa con la certezza che mia moglie sta dormendo e non sarò costretto a fare l'amore con quella donna che sopporto da sempre, che non ho mai amato e che si rifiuta di farsi la ceretta ai baffetti. Lasciatemi qui, vi prego, lei mi picchierebbe sapendo che ho fallito.

SQUAGLIAMENTI

BOTERO DONNA PENSOSA

Quando finisce una storia d'amore c'è sempre l'amica pronta a consolarti. Se ti va bene asciuga discretamente le tue lacrime, ascolta i tuoi sfoghi silenziosamente, quegli stessi sfoghi che ha ascoltato un'infinità di volte nei momenti precedenti all'abbandono definitivo.Ti allungherà il fazzoletto per soffiarti il naso, perché, si sa, in certi momenti, il fazzoletto non lo si ha mai a portata di mano ma nella prima pausa che farai per riprendere fiato dopo il lungo sfogo rabbioso, inizierà a raccontare di quando anche lei fu mollata da Drottinasolungo ripercorrendo la sua personalissima via crucis per dimenticarlo.
Se non sei fortunata ti trovi vicino a quella dell' "Io te lo avevo detto " "Sapevo che sarebbe finita" " Tu non ascoltare mai i miei consigli"con conseguenti scenari apocalittici del tuo domani se continuerai a rifiutare la sua risaputa lungimiranza sugli affari di cuore.
Se invece hai un amico come consolatore o vorrà subentrare occupando il posto del fedifrago bastardo, lurido essere che ha osato mollarti, o ti trascinerà di locale in locale perché l'unico modo di dimenticare è prendersi una sbronza e mandarlo a fare in culo.
Perché, il problema vero che adesso devi risolvere, è rivoluzionare le tue giornate che prima scorrevano seguendo una linea ben precisa: l'attesa della venuta del Dio. Ora hai la certezza che il Dio non arriverà, che non dovrai andare per negozi a comprargli il regalo di Natale, di compleanno, di san Valentino, il regalo per un giorno così, o quello per il vostro primo anniversario. Non dovrai preparanti, depilarti, truccarti, vestirti in modo sexy per sedurlo, non dovrai metterti la faccia sorridente anche se hai passato una giornata di merda in ufficio avendo litigato col superiore per quella pratica scomparsa, non dovrai neppure ascoltare le notizie alla tv per non fare la figura della disinformata, non dovrai cercare il cinema in cui proiettano tutta la retrospettiva di Bergman con successivo dibattito, perché lui adora i films pallosi quando tu vorresti vedere una banalissima commedia all'italiana che non avrà niente di culturale ma ti fa ridere e dimenticare che domani rivedrai il tuo capo che non capirà perché la tua faccia ricorda quella di un panda anoressico. Avrai anche i soldi della pizza che gli offrivi sempre alla fine della proiezione perché "è così banale girare coi soldi in tasca".
Già, banale come tutti gli amori che finiscono, non degni neanche di un buon epitaffio.

INTRECCI

BOTERO VISI

 

Ogni venerdì al cinema d'essay, solo film d'autore. Era la loro passione comune. Si frequentavano da un paio di anni quando lei di innamorò dell'uomo dell'altra senza sapere che l'uomo dell'altra era già innamorato della barista di via Malvolta che si era persa dentro una voce che ogni mattina ordinava un caffè e un pacchetto di Marlboro. Il fumatore di Marlboro viveva in un monolocale dopo essersi separato dalla moglie che lo aveva scoperto a letto con la migliore amica della figlia che pur di scopare con quell'uomo si era inventata una malattia venerea col fidanzato ufficiale e dopo pianti e disperazione manteneva le due storie giocando come una perfetta equilibrista  uscendo ora con uno e ora con l'altro. Certo il fidanzato cornuto non era uno stinco di santo, anzi, se proprio dobbiamo dirlo, le uniche stigmate che aveva erano quelle della perversione. Lo si potreva trovare tutti i giorni al Bacino, un invaso artificiale e putrido dove le puttane marcavano il cartellino ogni giorno puntualissime: dalle 10 alle 6 del mattino dopo quando il magnaccia algerino passava a prendere l'incasso e i loro corpi. Solo per la biondina slava aveva una debolezza che rasentava l'amore e dunque le permetteva di sedersi vicino al guidatore e non dietro, chiusa nel Ford transit con cui faceva la spola tra il Bacino e la topaia dove potevano dormire per 4 ore. La slava era  piena di rabbia  ma stringeva i denti; la sua missione stava finendo, aveva ormai tutte le informazioni per poter denunciare l'algerino all'ispettore di polizia che la prelevava al suo ritorno per far l'amore con lei per 2 ore raccogliere le informazioni e riportarla nella topaia. Gli costava fare il bastardo ma ci riusciva benissimo e quando si tuffava dentro al seno della donna che aveva sposato scomparivano le tensioni e l'ansia. A lei affidava la sua vita. Lei, che adesso gli diceva: Preparati tesoro, è venerdì.

CHIACCHIERATE

BOTERO DONNA CHE FUMA

Posso entrare?
Carissima, ma come stai?
Io ti trovo benissimo. Mi avevano detto che non ti sentivi bene ed invece ti trovo in splendida forma.
Qui non si può fumare vero? Va beh, aspetterò. Non riesco proprio a togliermelo questo vizio, ma sai, se smetto ora poi prendo chili e non me lo posso assolutamente permettere. Questo? Ma via, è solo una sciocchezzuola. Sai, l'ho visto in vetrina da Burberry e non ho saputo resistere. Era il primo giorno che uscivo dopo quel fastidioso raffreddore che mi aveva causato anche un herpes labbiale, una cosa orrenda a vedersi, fidati. Ti ricordi quando mi assalì il fuoco di sant'Antonio? Sì, quello che mi aveva invaso il collo e poi era sceso quasi sul seno? Ecco, una cosa simile. No che non esagero, ero proprio inguardabile. Il naso paonazzo, gli occhi mi lacrimavano in continuazione a causa di un qualche virus che non sono ancora riusciti ad identificare e mi si è anche acuita l'artrosi. Si, lo so, non è una cosa grave, d'altra parte non ho ancora l'età per essere invasa da ogni sorta di dolore articolare, ma sai che mi è venuto anche il dito a scatto? Guarda. Una cosa impressionante vero? Dice lo specialista che dovrei farmi operare al tunnel carpale perché ne trarrei giovamento. Ahhh, esistesse una operazione contro i mal di testa da mestruo mi metterei subito in lista d'attesa, perché tu sai bene quanto soffro quando mi prendono quelle cefalee. Sei fortunata tu a non soffrirne. E dire che faccio sempre gli esercizi per la cervicale per cui escludo fortemente che possa essere quella la causa prima dei miei dolori.E non ti ho detto della minzione dolorosa. Insomma, non so se sia stato per quel rapporto sessuale violento che ho avuto con Federico, ma da allora è una sofferenza fare pipì. Certo che sono andata dal ginecologo, ma cosa vuoi, quelli non sanno niente, oggi non li trovi più i medici di una volta, quelli che sapevano come curarti. Pensa che il mio, quando sono andata per le placche che avevo in gola mi ha ordinato semplicemente dello Zerinol. A me. Lo Zerinol. E' come una caramella. Fortunata tu che sei coccolata e assistita splendidamente. Entrando in corsia ho visto un medico niente male, è il tuo? Quasi quasi anche io mi faccio ricoverare in questo reparto se a curarmi è un uomo come lui. Come hai detto che si chiama? No, non il medico, il reparto. Onco cosa?

PACS

Si, signor ufficiale dell'anagrafe.
Si, viviamo insieme.
Si, siamo due uomini.
No, non siamo parenti.
Non siamo neanche gay, checche, omosessuali, finocchi, ricchioni, bulici o come diavolo li chiamate.
No non vogliamo entrare nelle liste speciali.
Vogliamo solo un certificato di residenza da voi.
Cerco di spiegarmi per l'ultima volta.
Eravamo due barboni domiciliati alla stazione Centrale.
Una sera ho letto sul giornale che copriva il mio amico che al centro sperimentale cercavano persone disposte a testare nuove tecnologie mediche. Offrivano bene. Molto bene. La mattina ci siamo lavati alla fontanella e ci siamo presentati. Avevo trovato anche una giacca seminuova nel cassonetto della Caritas. Diciamo pure che facevamo la nostra porca figura, infatti, ci hanno preso, ci hanno fatto spogliare, ci hanno lavati e sbarbati, depilati e messo in una stanza. Confesso che a quel punto, un po' di paura abbiamo iniziato a sentirla e ci siamo presi per mano. Poi ricordo solo un calore eccessivo che arrivò ad essere intollerante quando fummo colpiti da una luce bianchissima. Poi il nulla se non il ricordo del risveglio in una camera sterile e il via vai degli infermieri agitatissimi tutti intorno alle nostre mani che non si separavano più, incollate le une alle altre indissolubilmente. La società, dopo le cure del caso ed accertato che il nostro stato di salute era ottimo, ci ha pagato e dimesso, regalandoci, in aggiunta, come risarcimento, la proprietà di una casa per il piccolo inconveniente delle mani incollate.
E adesso, se per favore vuole stampare il documento che le abbiamo chiesto, le saremmo grati. Senza il certificato di residenza non ci assumono nel locale di drag queen dove abbiamo trovato lavoro come " le barbone inseparabili".

TESTIMONIANZE

Nell'autunno del 1943
una mattina presto vidi nel cortile del Blok Undici
una bimba
Aveva un vestito rosso
e una treccina
Era sola teneva le mani
strette ai fianchi
come un soldato
Una volta si piegò
e tolse via la polvere dalle scarpe
poi tornò immobile
A un tratto vidi Boger entrare nel cortile
Stringeva il fucile
dietro il dorso
Prese la bambina per mano
lei s'incamminò buona buona
si fece mettere con il viso
contro la Parete Nera
La bimba si voltò
Beger tornò a girarle la testa contro la Parete
alzò il fucile
sparò alla bimba

Testimone 7 da "L'istruttoria" di Peter Weiss

PERCEZIONI

BOTERO PROFILO DONNA

Non so come sia entrata questa mosca. La sento ronzare, la vedo volare. Adesso si è fermata sul gommino della mia flebo. Che cazzo ci hanno messo dentro a questa flebo? Da quanto sono qui? Come ci sono arrivata? Perché non riesco a ricordare? Perché non riesco a muovere la testa, le gambe e le mani? Inizio ad avere paura. Il mio cuore batte, lo sento pulsare nelle tempie, sono viva, non è un sogno. La camera è bianca, bianco il letto e le apparecchiature che vedo solo spostando di lato la pupilla, bianche le bende che mi hanno appoggiato addosso. Non sento dolore, non so se esserne felice. Una volta lessi un'intervista in cui un paziente raccontava il suo coma come una immensa luce bianca che lo trascinava. Qui non mi trascina nessuno. E' tutto reale. Non ho fame ma vorrei una fetta di cocomero. Vorrei sputare i semi contro la mosca, un tiro a segno sui generis. Magari esiste anche un campionato mondiale di "tiro dei semi di cocomero alla mosca" e io non ne ho mai saputo niente. Non so ancora tante cose, non ho mai avuto tempo di fermarmi, nemmeno per pensare. Ho la sensazione che adesso lo dovrò fare per molto tempo. Mi sto agitando. Per farmi stare tranquilla adesso dovrebbe entrare un'infermiera o un parente. Perché non ci sono parenti? Capisco mia madre che è vecchia ma mia sorella? Non sarà riuscita a parcheggiare i bambini per venire qui.Già i bambini. Sapessi che ore sono potrei fare ipotesi. Perché non c'è un campanello? Un maledetto campanello da suonare? Non sento dolore e mi preoccupo. Da bambina ricordo che rifiutavo ogni gioco pericoloso perché ero terrorizzata dal dolore. Adesso vorrei provarlo, perché il dolore è vita, ti tiene in vita. Non ce la voglio la mosca qui dentro, non voglio che mi passeggi sulla mano destra indisturbata, voglio mandarla via, voglio che qualcuno la mandi via, voglio che qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo a questo corpo che non mi risponde più. Perché non sentite le mie grida? Perché le sento solo io? Sto urlando, cazzo, mi sentite? Mi sentite? Fottuti bastardi di merda aiutatemi a capire perché non riesco a parlare, qualcuno me lo spieghi, adesso, qui, ora. Non mi farete impazzire finchè sentirò il cuscino inumidirsi. Di lacrime ne ho ancora tante.