Eccoti li.
Con la Lidia al mio fianco che continua a ripetere: “ No, ti sbagli, non è lui, no, questo è brutto, lui era bellissimo, no, no e poi no, andiamo a vedere dentro all’altra cassa, si deve essere quello dell’altra cassa”.
No, sei proprio tu. Il velo non riesce a coprire gli ematomi ne’ la bocca semiaperta in una smorfia di dolore.
E’ difficile guardarti.
Dentro ai miei occhi si accavallano altre immagini di te: tu che sorridi, tu che hai passato la notte sveglio, tu che sei stanco, tu che non parli dei tuoi amori.
Già. Dove sono adesso?
Dove sono le tue donne coi tacchi a spillo e la veletta calata sugli occhi, dove sono quelle che portavi a cena e ti adoravano e ti supplicavano di amarle almeno una notte, dove sono le donne che leccavano i tuoi occhi prima ancora delle tue mani? Dov’è New York e Faye Dunaway che ti dava il buongiorno senza sorriso e le tavolate di amici che bevevano i tuoi soldi? Dov’è la mano che si allungava per invitarmi a sedere: Vieni qui, fammi compagnia.
Sono venuta a farti compagnia ancora.
Sono venuta ad aiutarti ad andare via, sono venuta per dirti non aver paura, il più è accaduto.
E diciamo pure che se l’è goduta, ed è veramente una buona fortuna. Se poi ci mettiamo l’arrivederci… 🙂
L’ultima frase invece,…io ti faccio ridere, ma tu mi fai piangere…
Ops…dimentico…ma no discarica, eddaiiii, ero in un campo sportivo domenica e quello ci ho trovato, mica colpa mia…
su Marina e giovanna, perché ti vien da ridere?
c’è qualcosa che non so e non riesco a capire il post?
chi è morto?
prendo nota della tua offerta
riferirò…
:-)mandi
Lo sai, non hai bisogno di conferme. Però nel finale… si vede anche qualcos’altro.
Ma davvero ti chiami Giovanna?
Spiegami come si fa ad accettarlo così serenamente. Non ne sono capace.
Giovanna…per me è il nome per eccellenza.
Non c’è tempo, non c’è spazio, non c’è nulla, c’è.
Ma non c’è niente in particolare. Di solito come nome lo uso molto nei miei racconti. Per me rappresenta la parte forte in una donna, la donna con un ideale.
Ma naturalmente è una mia fissazione. :)))
Noti triste e intimista, una sorpresa. Anche i commenti sembrano essere di tono più familiare e personale. Qualcosa sta cambiando nella distaccata Giovanna?
ommamma!, quanto avrei amato chiamarmi deborah! katiuscia, selvaggia poi secondo me sarebbe stato il massimo. Certo nn mi sarei comportata da giulia. :))
Ciao ti ho inviato un mp
buona giornata 🙂
Fatasenzaali
si
AU Revoir, in francese, vuol dire “Arrivederci”. Non “Addio”. Ed è curioso, perchè è quello che, volendo vedere, facciamo noi bloggers.
Ci siamo tutti i giorni, poi spariamo, poi ricompariamo, magari un pò più raramente, torniamo, ce ne andiamo, e torniamo ancora.
Bello sapere che non sarà mai un addio, ma solo un arrivederci.
Bello tornare a leggere.
Bella tu.
Un bacio grande
MyP
Questo, sembra l’inizio di un horror, per rimanere in tema, mi paicerebbe una volta chiaccherare con te… deve essere molto interessente.
…si nasce soli e si muore soli..ma noi abbiamo sempre l’illusione che queste due cose ci accadano in compagnia di qualcuno….chimera.
Alla fine è rimasta una sola donna. Jack
Ciao ti ho inviato un mp 🙂
Fatasenzaali
bello, triste e reale, ciao not
Jack, non smettere mai di commentarmi. Hai la capacità di capirmi meglio di me.
beh, no, maria lourdes ha la strada segnata…
Poi devi sapere che in realtà Giulia sottoscritta ogni tanto riceve un aiutino da parte di Emma (che è una Giulia alla seconda) :))))
giuliaemma
tu sei molto equilibrata, cosa che non sono io. mi risulta difficile farmene una ragione. ci soffro troppo. meno male che poi c’è il tempo che fa curare le ferite. un po’. bacio
è quello che ho sempre cercato
Anch’io sono un chiaccherone, perciò sai quante cose ci possiamo dire… Rido anch’io.
eccoti li…ora nn sapendo di esserci…animando svogliatamente la tua immagine lasciata in giro…amando te stesso…solo te stesso!il più e accaduto ma senza accadere.
p.s.:scusami ma ho avuto una frenesia tale che ho dovuto farlo!il tuo blog essendo pur cosi ermetico suscita emozioni inconsuete per la mia anima!a presto Benkoo
eccoti li…ora nn sapendo di esserci…animando svogliatamente la tua immagine lasciata in giro…amando te stesso…solo te stesso!il più e accaduto ma senza accadere.
p.s.:scusami ma ho avuto una frenesia tale che ho dovuto farlo!il tuo blog essendo pur cosi ermetico suscita emozioni inconsuete per la mia anima!a presto Benkoo
E stringere una mano ormai inutile, asciugare lacrime di ghiaccio, seguire l’orizzonte di ricordi sfumati…
Au revoir col cuore stretto come lo stomaco.
Ultimo
sinceramente no 🙂
:-))))))
E mi devo io preoccupare per la tua tristezza?
giochi con la tua follia? e ti risulta facile? sei una persona da conoscere, quasi quasi da studiare direi. rido
mi preoccupi con sto tono soft. torna carogna, fallo per noi.
Su tobino so tutto :))
Mi pareva di averti già vista da qualche parte, infatti…
lo so, uno dei problemi maggiori è l’identificazione con il medico. E’ un meccanismo di difesa…Mi dispiace, mi sa che dovrò riprendere con te l’elettroshock :)))
cav! allora la faccenda si complica, ti stai identificando pure con quella…Vabbè: lobotomizzazione, mi sembra la scelta migliore…
Un baciotto. Dopo aver visto il film con Jessica Lange la lobotomizzazione non la farei mai…:)))
Quando si arriva alla fine, le parabole, le onde, le curve
si abbattono.. e diventano le rette di un encefalogramma
egualmente, per tutti, piatto.
S.
p.s.
a volte.. vorrei non avere un nome, così che nemmeno me stesso,
in certi giorni, potesse chiamarmi.
Perfetto… quindi ora… mi manca solo di imparare a scrivere.. :-)))
grazie per il bel commento.
buona serata e a presto,
S.